ZIGOLO MUCIATTO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliZIGOLO MUCIATTO

NOME SCIENTIFICO: Emberiza cia
 

Amante degli ambienti aperti, rocciosi e soleggiati, lo Zigolo muciatto si può riconoscere per il caratteristico volo ondulato, scandito dai movimenti rapidi e leggeri delle ali. Ma il suo tratto distintivo sono le strie scure che gli attraversano il volto. Due all’altezza degli occhi, che disegnano una sorta di mascherina, e due che scendono ai lati del becco come lunghi mustacchi. È probabilmente a questi ultimi che la specie deve l’appellativo di “muciatto”…

Prospettive

Attualmente, le conoscenze sulla popolazione italiana di Zigolo muciatto sono relativamente scarse, fatta eccezione per alcuni studi realizzati a livello locale. Poco conosciute sono anche l’ecologia e la biologia riproduttiva della specie, oltre ai principali parametri demografici: carenze che impediscono la formulazione di previsioni accurate basate sui trend generali di popolazione e su serie storiche sufficientemente ampie.

Ciononostante, sulla base dei dati disponibili, è stato comunque possibile calcolare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie, stimato in 3 coppie ogni dieci ettari. Più difficile stabilire un valore medio su scala più ampia, non solo per la mancanza di conoscenze sufficienti, ma anche per l’abitudine di questa specie di occupare porzioni di habitat modeste e isolate.

Esigua e frammentata a livello sia italiano sia comunitario e continentale, la popolazione europea di Zigolo muciatto appare in ogni caso estremamente vulnerabile, come dimostra il pesante calo registrato tra il 1970 e il 1990. Decrementi non ancora compensati dai successivi due decenni di prevalente stabilità. Anche in Italia, dove la specie è tutelata dalla legislazione venatoria, non sono state predisposte specifiche misure di conservazione della specie, tutelata esclusivamente dagli allegati II e III della Convenzione di Berna del 1979, che ne dispone il divieto generale di cattura.

Trattandosi di una specie molto esigente dal punto di vista della scelta del luogo d’insediamento, le strategie per la sua conservazione dovrebbero in primo luogo essere indirizzate al mantenimento dell’habitat. Un intervento in questa direzione può consistere nella salvaguardia degli ambienti frequentati dalla specie, allo scopo di evitare, ad esempio, un ulteriore perdita di terreni aperti – e altre aree montane idonee alla specie – per far spazio alle coltivazioni. Particolarmente utili sarebbero inoltre operazioni di riqualificazione e ripristino degli ambienti idonei, limitando l’eccessiva pressione del turismo in particolare durante le fasi della riproduzione.