ALLODOLA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliALLODOLA

NOME SCIENTIFICO: Alauda arvensis
 

Il canto dell’Allodola, lieve e armonioso, è stato fonte di ispirazione per numerosi poeti e letterati, a partire da Shakespeare, che definì questo uccello “messaggero del mattino”. Caratteristico infatti è il suo insolito comportamento al sorgere del sole durante la primavera e l’estate, quando lo si può vedere spiccare il volo verticalmente, mentre inizia a cantare ininterottamente. Subito dopo, plana a terra nuovamente, per poi tornare verso il cielo intonando da capo il proprio canto…  

Prospettive

L’Alauda arvensis è oggetto di studi approfonditi in ambito europeo, mentre in Italia è stata finora interessata da indagini più superficiali, che non consentono una conoscenza d’insieme sufficientemente approfondita sull’ecologia della specie nel nostro Paese, ma anche sull’effettiva consistenza delle popolazioni. Lacune importanti si registrano infatti per quanto riguarda parametri demografici e biologia riproduttiva, conoscenze invece essenziali per impostare efficaci azioni  conservazionistiche.

Sulla base dei dati a disposizione, è stato comunque possibile calcolare un FVR (valore di riferimento favorevole), che varia a seconda dell’ambiente. Per vasti ambienti aperti è ritenuta soddisfacente una densità di 3 coppie per ettaro a piccola scala e 50 coppie per chilometro quadrato a scala più ampia. Il Valore di Riferimento Favorevole per ambienti aperti più ridotti è probabilmente inferiore: una coppia per ettaro a scala locale e 10 coppie per chilometro quadrato a scala più ampia.

In base agli studi, restano tuttavia pochi dubbi sull’essenzialità per la specie – come oggi accade in buona parte del Paleartico orientale – della presenza e della conseguente possibilità di occupare ambienti con vegetazione erbacea di vario tipo, quali campi coltivati, pascoli, brughiere, prati, dune sabbiose, steppe. La presenza di alberi, siepi, cespugli sono invece elementi che non facilitano la nidificazione dell’Allodola, tanto che sulle Alpi questa specie si spinge oltre i 2.000 metri, per andare a occupare le praterie oltre il livello degli alberi, mentre in autunno e inverno è frequente che si sposti su campi e prati nei fondovalle.

In Italia è comunque urgente considerare in modo serio le conseguenze dell’attività venatoria ed escludere al più presto l’Allodola dall’elenco delle specie cacciabili. Ferme restando le previsioni della stessa direttiva Uccelli che, all’art. 7, limita l’attività venatoria anche per le specie cacciabili escludendo in ogni caso il periodo della nidificazione e le varie fasi della riproduzione.