AVERLA MAGGIORE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
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Specie protette dalla Direttiva UccelliAVERLA MAGGIORE

NOME SCIENTIFICO: Lanius excubitor
 
Semaforo N.C.

Il suo habitat è simile a quello di quasi tutte le averle, ambienti agricoli vicino alla boscaglia; è possibile osservarla in appostamento su rami bassi, da cui individua le prede, che può catturare anche in volo: insetti, ma anche piccoli rettili o piccoli uccelli. L’Averla maggiore è, infatti, una specie molto aggressiva contro i potenziali intrusi: non è impossibile, così, vederla attaccare addirittura rapaci, se questi si avvicinano troppo al nido... 

Minacce

La presenza dell’Averla maggiore sembra essere influenzata, essenzialmente, dalla disponibilità di idonee aree di caccia e di riparo in caso di pericolo, nonché dalla presenza di posatoi in posizione dominante per la caccia. Come altre specie, l’Averla maggiore ha sofferto della riduzione e progressiva scomparsa degli ambienti aperti a causa delle modifiche intervenute nella gestione dei suoli da parte dell’uomo.

Durante lo svernamento in Italia, la specie frequenta ambienti aperti come coltivi, prati, zone umide, brughiere. In Lombardia mostra una predilezione sia per gli ambienti interamente agricoli – risaie, monocolture intensive – sia per le campagne alberate con filari e piccoli boschi, anche degradati. Frequenta anche ambienti incolti e arbusteti, rogge e canali di irrigazione, corsi d’acqua: nel Veneziano è stata rilevata ai margini di zone agricole e prati, ma anche valli da pesca e zone umide interne; in Friuli-Venezia Giulia, negli ultimi anni, si è assistito a un’espansione dell’areale di svernamento, con la progressiva occupazione di siti anche ad altitudini maggiori.

Per quanto riguarda le condizioni incontrate durante lo svernamento, fase del ciclo ecologico della specie che più interessa il nostro Paese, è importante quindi garantire la conservazione degli ambienti aperti (prati da sfalcio) e semi-aperti (brughiere, zone umide con vegetazione erbacea igrofila), nonché delle fasce di vegetazione riparia arboreo-arbustiva, utilizzati dall’Averla maggiore durante l’inverno.

È stato anche rilevato come, localmente, episodi ripetuti di disturbo antropico possano causare temporaneo o permanente allontanamento degli individui svernanti.