

AVERLA MAGGIORE
NOME SCIENTIFICO: Lanius excubitor
Il suo habitat è simile a quello di quasi tutte le averle, ambienti agricoli vicino alla boscaglia; è possibile osservarla in appostamento su rami bassi, da cui individua le prede, che può catturare anche in volo: insetti, ma anche piccoli rettili o piccoli uccelli. L’Averla maggiore è, infatti, una specie molto aggressiva contro i potenziali intrusi: non è impossibile, così, vederla attaccare addirittura rapaci, se questi si avvicinano troppo al nido...
Stato di salute
Attualmente l’Averla maggiore è classificata come in declino in tutta l’Unione europea, con stato di conservazione sfavorevole anche a livello continentale. Si è registrato, infatti, un largo declino della popolazione nidificante nei territori dell’Europa “comunitaria” nel periodo 1970-1990, seguito da un ulteriore ma più moderato decremento nel decennio successivo.
La popolazione nidificante in Unione europea è stimata in 240.000-360.000 coppie. Il 90-96% della popolazione continentale e una frazione compresa tra il 5% ed il 24% di quella globale nidificano all’interno dell’Europa a 27.
La popolazione italiana non appare significativa per quanto riguarda i pochi casi noti di nidificazione (Trentino e Lombardia). Più rilevante, se pure con numeri molto esigui, la popolazione svernante, la cui consistenza dovrebbe aggirarsi tra alcune centinaia e poche migliaia di individui.
I dati sugli inanellamenti, data l’esiguità del campione, non consentono l’individuazione di trend delle popolazioni svernanti e in migrazione. In linea generale, le ricatture di soggetti inanellati all’estero sono concentrati nelle fasi post-riproduttive e segnatamente tra la terza decade di settembre e la fine di novembre.
Ad oggi, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. Risulta, inoltre, specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).