BECCOFRUSONE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliBECCOFRUSONE

NOME SCIENTIFICO: Bombycilla garrulus
 
Semaforo N.C.

A una prima occhiata lo sguardo del Beccofrusone appare quasi minaccioso. Colpa della riga scura e inclinata sopra gli occhi, come un lungo sopracciglio fino ai lati del capo, quasi fosse una maschera. In realtà il Bombycilla garrulus è un paffuto passeriforme che frequenta quasi per caso i boschi del nostro Paese. Il suo nome inglese, Waxwing, “ali di cera”, rende perfettamente l’idea della perfezione del suo piumaggio, che si presenta così compatto da sembrare dipinto, mentre le ali del maschio offrono una tavolozza di colori di sorprendente vivacità, dal giallo al rosso, dal bianco al nero, alternando righe orizzontali a strisce oblique. Ma il tratto distintivo del Beccofrusone è la cresta sul capo, schiacciata all’indietro, che alza e abbassa a seconda delle necessità…

Prospettive

Specie parzialmente migratrice, irregolare e presente in Italia a seguito di occasionali “invasioni”, il Beccofrusone è da molti anni oggetto di studio per il suo particolare comportamento. Se movimenti e portata numerica sono stati calcolati con relativa facilità, le indicazioni relative alla conservazione nel nostro Paese sono più difficili da formulare.

Allo stesso modo – e sempre per la sua presenza irregolare – non è stato possibile calcolare un Valore di Riferimento Favorevole (Frv). Del resto, l’utilizzo dell’Italia solo come territorio svernante e in condizioni particolari, fa si che il Paese non rivesta un ruolo fondamentale per la conservazione della specie, senza per questo sminuire l’importanza di una più efficace tutela delle popolazioni di passaggio, tramite lotta al bracconaggio e salvaguardia dell’habitat.

Queste, in definitiva, le pratiche di conservazione comunque da mettere in atto per tutelare questa specie: prevenzione delle azioni di disturbo nei boschi, controlli per evitare azioni più gravi quali catture e fenomeni di bracconaggio. La messa in atto di queste azioni nel nostro Paese, anche se probabilmente non inciderebbe sullo stato di salute complessivo della specie, contribuirebbe ad innescare un circolo virtuoso tale da garantire l’integrità di habitat essenziali per la vita di molte specie di uccelli.

Da non sottovalutare, in ogni caso, la grande capacità di adattamento del Bombycilla garrulus , la cui esistenza è prevalentemente – ma non necessariamente – dipendente dalla presenza di boschi. Ne è un esempio quello che accade in Lombardia e Trentino-Alto-Adige, dove la specie si è spinta alla periferia dei centri abitati di piccole dimensioni, laddove risultano presenti giardini o alberi da frutto annessi. Qui, infatti, possono trovare abbondanti quantità di bacche o “drupe”, ovvero frutti quali prugne selvatiche, bacche di sorbo e soprattutto cachi. In Piemonte si alimenta principalmente di cachi e uva orsina, mentre in Liguria cerca cibo in campi coltivati, prati, vigneti, uliveti e, naturalmente, boschi di conifere.