

BERTA MAGGIORE
NOME SCIENTIFICO: Calonectris diomedea
È l’alba. La luce inizia a rischiarare la nera roccia lavica dell’isola di Linosa. Gli adulti di Berta maggiore lasciano la colonia e riprendono il mare in cerca di cibo, mentre i pulcini, dall’aspetto rotondo e coperti da un folto piumaggio marrone scuro, rimangono dentro le grotte in attesa che i genitori tornino, notte dopo notte…
Minacce
La Berta maggiore predilige i mari caldi che si trovano nella zona temperata o subtropicale. Costruisce il nido sulla costa, o più spesso su isole, isolotti e terreni disabitati lontani anche diversi chilometri dalla terraferma. I nidi sono di solito costruiti in cavità naturali tra le rocce, ma occasionalmente la Berta può scavare il nido anche nella terra o nella sabbia.
Come è facile intuire, le più importanti minacce per la Berta maggiore si trovano a terra, dove gli esemplari tornano, solitamente, durante la notte. Tra i fattori di minaccia più comuni sono da ricordare la predazione delle uova o dei piccoli – la minaccia più importante è costituita dalla presenza di ratti, ma anche i gabbiani possono rappresentare un pericolo – e il disturbo da parte dell’uomo.
Le statistiche evidenziano infatti il prelievo illegale di migliaia di uova l’anno in Sicilia, con un impatto notevole dovuto al turismo estivo a causa delle imbarcazioni da diporto che inseguono i gruppi in mare durante il rafting. Altre attività umane che incidono negativamente sulla vita della Berta maggiore sono la pesca a strascico e la pesca con reti derivanti.
Anche i cambiamenti climatici possono rappresentare una minaccia importante: gli esperti hanno infatti individuato una correlazione significativa fra il tasso di sopravvivenza delle berte e il verificarsi di particolari situazioni climatiche. Come tutte le specie pelagiche, la Berta soffre in modo particolare per eventuali variazioni nelle correnti oceaniche, che possono causare un riscaldamento o un raffreddamento anomalo delle acque.