BERTA MAGGIORE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliBERTA MAGGIORE

NOME SCIENTIFICO: Calonectris diomedea
 

È l’alba. La luce inizia a rischiarare la nera roccia lavica dell’isola di Linosa. Gli adulti di Berta maggiore lasciano la colonia e riprendono il mare in cerca di cibo, mentre i pulcini, dall’aspetto rotondo e coperti da un folto piumaggio marrone scuro, rimangono dentro le grotte in attesa che i genitori tornino, notte dopo notte…

Prospettive

Essendo la specie coloniale non è possibile fissare una soglia al di sopra della quale la Berta maggiore può considerarsi al sicuro dal rischio estinzione nei prossimi decenni. Non è possibile, in altre parole, fissare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV), anche se, grazie agli studi approfonditi effettuati sulla specie, è possibile procedere ad alcune considerazioni di dettaglio che riguardano in modo particolare la popolazione italiana.

Anzitutto, è stato dimostrato come le popolazioni di berte che nidificano in Italia mostrano, fortunatamente, una consistenza numerica abbastanza stabile negli ultimi anni, nonostante il potente declino che si è verificato fino al 1990 in Italia come in altri Paesi d’Europa. Merito anche degli interventi di conservazione messi in atto in questi anni – per esempio la derattizzazione – che si sono dimostrati abbastanza efficaci per fronteggiare adeguatamente le minacce che pesano sul destino della Berta maggiore.

Diverse, infatti, sono le azioni di sistema che si possono mettere in atto per prevenire un ulteriore declino delle popolazioni di Berta maggiore nel nostro Paese. Prima minaccia evitabile, naturalmente, il disturbo umano, grazie all’istituzione di apposite aree protette o riserve integrali, almeno per quanto riguarda le colonie più importanti (Linosa in primis). Anche una maggiore sensibilità da parte dei turisti potrebbe fare molto per evitare di arrecare disturbo alle colonie, specialmente durante l’estate, quando le berte si riproducono, dunque il periodo più delicato per la conservazione della specie.

Anche il fenomeno della predazione delle uova può essere fronteggiato con successo. Per esempio, un progetto di contenimento del Ratto nero nell’Isola di Zannone – la più settentrionale delle Isole Pontine – ha portato dallo zero al 100% il successo riproduttivo della piccola colonia di berte presente. I dati, del resto, parlano chiaro: a fronte di un successo riproduttivo medio che varia tra 0,63 e 0,83 piccoli per ogni uovo deposto (con un successo di sopravvivenza dei piccoli superiore al 90%) in zone non infestate dai ratti neri, si assiste a un tasso di schiusa pari allo zero nelle aree ad alta consistenza di predatori. Per questo tenere al riparo le colonie italiane più importanti dall’eccessivo proliferare di predatori terrestri rappresenta un fattore determinante per la conservazione di questa specie nel nostro Paese, il cui stato di conservazione attuale, nonostante i progetti realizzati e le azioni messe in campo in questi anni, risulta tuttora inadeguato per garantire nel medio lungo periodo la sopravvivenza della Berta maggiore in Italia.