FISCHIONE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliFISCHIONE

NOME SCIENTIFICO: Anas penelope
 
Semaforo N.C.

Becco corto blu lavagna con un pizzico di nero sulla punta, coda arrotondata, zampe brune e grigiastre. È il variopinto Fischione. Particolarmente diffuso e stretto parente del Fischione del Nordamerica, il Fischione è un animale gregario: come molti uccelli migratori, vola con i compagni della propria specie assumendo la tipica formazione a “V”. Deve il suo nome al caratteristico verso rumoroso e “fischiato” che emette il maschio. La specie è monogama: quando due esemplari si scelgono, è per tutta la vita…

Stato di salute

Il Fischione, largamente diffuso in tutta Europa, gode di uno stato di conservazione favorevole: è la seconda specie più abbondante tra le anatre. Nel territorio dell’Unione europea sono attualmente stimate dalle 70 alle 120mila coppie, in leggero incremento tra il 1970 e il 1990.

Non inserito nella Lista Rossa nazionale, è una specie cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92). Pur essendo la sua distribuzione piuttosto irregolare, l’Italia ha un ruolo di primo piano nella conservazione di questo Anseriforme. Il Fischione trascorre infatti nel nostro Paese la maggior parte dell’inverno, concentrandosi in poche e ben delimitate zone. Molto raro è invece come nidificante.

In Italia la presenza del Fischione è in aumento dagli anni ’90. Il Lago Trasimeno è l’unico luogo non costiero in cui grandi numeri di fischioni sono regolarmente ospitati. Il sito di presenza principale è invece rappresentato dal Delta del Po, e in particolare Cà Pisani, Valle Ripiego e Valle Morano, dove si registra un’elevata concentrazione di individui maschi.

Le femmine adulte sono presenti in percentuale simile nel Delta del Po e nella provincia di Grosseto. Per contro, gli esemplari giovani sono più numerosi nella provincia di Grosseto e in Sicilia. Particolarmente curioso l’episodio accaduto nell’inverno 2002, quando ben 47.202 fischioni hanno generato curiosi spostamenti dalle valli al mare, per poi fare ritorno sulla terraferma nel tardo pomeriggio.

Il Friuli-Venezia Giulia ha visto un notevole incremento della specie: oltre 10mila individui sono stati censiti per 5 inverni su 9, negli anni ’90. Nel 1995 e 1997 la specie ha beneficiato della riduzione delle aree di caccia e della limitazione del numero consentito per la caccia in mare. Favorevole alla specie è l’area costiera della laguna, grazie alla presenza di praterie di “grise” (Zoostera nolti ), di cui è ghiotta la colorata anatra. Tra 1997 e 2004 il territorio friulano ha confermato la tendenza all’incremento della popolazione svernante: è in territorio friulano, infatti, che si registra il 23,8% dell’intera popolazione nazionale stimata, con la Laguna di Grado e Marano che riveste il ruolo di sito di importanza nazionale.