GALLO CEDRONE
NOME SCIENTIFICO: Tetrao urogallusProbabilmente una delle specie di galliformi più conosciute delle nostre Alpi, si contende questo primato con la Pernice bianca. Da non perdere, come per altre specie di Galliformi, è la “danza amorosa” del Gallo cedrone, nella quale non trova rivali, almeno se ci si limita alla fauna alpina. Un drizzar di piume e un canto di tonalità crescente che spinge il Gallo cedrone sull’orlo della “pazzia”. Non è raro, in questa stagione, vederlo avvicinarsi all’uomo, incurante del pericolo, dimenticando per un attimo la propria natura timida e schiva tipica della maggior parte degli uccelli di questa famiglia…
Minacce
Tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta la popolazione di Gallo cedrone ha conosciuto una progressiva rarefazione nell’intero areale distributivo. Nelle sole Alpi Carniche tra il 1955 e il 1980 il decremento registrato è stato pari a oltre il 75%. Nonostante una successiva breve fase di stabilità, e la sospensione della caccia nella maggior parte delle province in cui la specie è presente, la fase di declino non appare al momento del tutto esaurita.
Tra i fattori che spiegano questo decremento, da sottolineare certamente l’interferenza da parte dell’uomo, la predazione ai nidi, le precipitazioni o le temperature anomale, che interferiscono in modo particolare sulla sopravivenza dei giovani. Altre minacce più generali sono dovute alla frammentazione e alla riduzione dell’habitat, all’impatto delle attività di gestione forestale, al disturbo da parte dell’uomo specialmente durante la primavera. Altri fattori di grave minaccia sono costituiti dal bracconaggio e in alcune aree dal frequente impatto contro i cavi elettrici.
Il Gallo cedrone è una specie forestale, legata a boschi ben strutturati con piccole radure e ricco sottobosco. Determinante per l’alimentazione e la difesa dai predatori è la presenza di un sottobosco diversificato, con “rinnovazioni” di faggio, mirtilli, salici, ontano, sorbo degli uccellatori. Generalmente il Gallo cedrone predilige la fascia altimetrica compresa tra i 1.100 e i 1.500 m, mentre è stata osservata una correlazione evidente tra le caratteristiche climatiche dei siti – anche in termini di piovosità annua – e la scelta da parte dei maschi delle opportune radure in cui effettuare, a primavera, l’attività riproduttiva.
Non stupisce che oltre alla persecuzione diretta e al degrado dell’habitat siano i mutamenti del clima – con frequenti eventi meteorologici eccezionali e “fuori stagione” – ad aver contribuito in modo determinante alla contrazione delle popolazioni di Gallo cedrone. Da rilevare come l’idoneità dei siti in cui costruire il nido è legata anche a fattori apparentemente secondari quali la presenza di formicai con cui nutrire i giovani e di bacche di mirtillo nero con cui nutrire adulti e pulcini. Per questo anche le attività di gestione forestale intensiva – su tutte il taglio a raso di porzioni di bosco – hanno un impatto localmente molto negativo sulla specie, con la conseguenza inevitabile dell’abbandono da parte dei maschi delle consuete “arene di canto”.