GALLO CEDRONE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliGALLO CEDRONE

NOME SCIENTIFICO: Tetrao urogallus
 

Probabilmente una delle specie di galliformi  più conosciute delle nostre Alpi, si contende questo primato con la Pernice bianca. Da non perdere, come per altre specie di Galliformi, è la “danza amorosa” del Gallo cedrone, nella quale non trova rivali, almeno se ci si limita alla fauna alpina. Un drizzar di piume e un canto di tonalità crescente che spinge il Gallo cedrone sull’orlo della “pazzia”. Non è raro, in questa stagione, vederlo avvicinarsi all’uomo, incurante del pericolo, dimenticando per un attimo la propria natura timida e schiva tipica della maggior parte degli uccelli di questa famiglia…

Stato di salute

Purtroppo, questo magnifico Galliforme risulta in largo declino nell’intera Unione Europea, con una popolazione stimata che non supera attualmente le 300-430mila coppie. Più favorevole la situazione su scala continentale, in cui la popolazione complessiva di Gallo cedrone potrebbe raggiungere anche il milione di coppie complessive.

In Italia, la popolazione italiana è quantificabile in 2-2.500 coppie, in recente decremento e pari, in assoluto, a meno dell’1% della popolazione complessiva dell’Unione Europea. Considerata vulnerabile dalla Lista Rossa Nazionale, la specie è anche protetta dalla Direttiva Uccelli, mentre non è ancora stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale per la sua tutela.

Prendendo a riferimento gli ultimi vent’anni, la popolazione di Gallo cedrone appare per lo più stabile o fluttuante, anche se non mancano esempi di declino anche marcato a livello locale. A metà degli anni Ottanta, infatti, la popolazione censita raggiungeva i 6.500-9.000 individui, poi cresciuti a 7-10mila a inizio anni Novanta, per tornare a 6-8mila alla fine del secolo scorso.

Uno stato di salute non certo ottimale, anche considerando che il Gallo cedrone ha via via abbandonato aree estese anche negli habitat più adatti delle Alpi e delle Prealpi, specialmente nella porzione occidentale dell’areale di nidificazione. In termini assoluti, su 21 siti alpini monitorati, la distribuzione della specie risulta in declino, negli ultimi trent’anni, nel 60% dei siti, stabile nel 30%, in ripresa in un solo caso su dieci. Certamente presente all’inizio del Novecento, il Gallo cedrone si è fatto vedere sulle Alpi Occidentali (Val d’Ossola) solo fino agli anni Ottanta, per poi abbandonare del tutto la porzione di Alpi ad est del lago di Como.