GAZZA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliGAZZA

NOME SCIENTIFICO: Pica pica
 

Le gazze sono attratte dagli oggetti luccicanti, cosa che hanno in comune con molti rapaci. Una fama che ben si riflette anche nella tradizione popolare e nelle arti, come nella famosa opera di Rossini, “La gazza ladra”, appunto. Dal punto di vista scientifico, questa abitudine è da mettere in relazione anche al fatto che le gazze, per istinto, sono solite depredare i nidi degli altri uccelli. In passato, la Gazza è stata associata pure alla stregoneria: un tempo si riteneva infatti che le gazze fossero i familiari delle streghe e dei maghi, spiriti in forma di animali. A influenzare queste credenze anche la mitologia germanica, per la quale la Gazza era la messaggera degli dei e, più in particolare, inseparabile compagna della dea della morte…

Stato di salute

Il rapporto BirdLife International, datato 2004, riporta trend generali delle popolazioni orientati alla stabilità, motivo per cui la specie viene attualmente considerata con stato di conservazione sicuro. Infatti, nonostante nel decennio 1990-2000 alcune importanti popolazioni siano diminuite marcatamente – in particolare quella francese e quella russa – questo declino numerico è ancora bilanciato dall’incremento sostanziale a cui è andato incontro questo Corvide nel ventennio precedente.

La popolazione nidificante nell’Ue è pari, ad oggi, a 3.882.000-9.402.000 coppie, pari al 49-52% della popolazione continentale complessiva e a una frazione compresa tra il 25% e il 49% della popolazione globale della specie. Il contingente italiano è stimato in 200.000-500.000 coppie, in incremento nel periodo 1990-2000: ospitando una frazione significativa sia della popolazione comunitaria (5,2-5,3%) sia di quella continentale (2,6-2,7%) il nostro Paese riveste un certo rilievo per la conservazione della specie a livello europeo.

Come nidificante, la Gazza non sembra aver modificato il proprio areale distributivo se non per una più continua presenza riscontrata lungo l’Appennino centrale.  I dati del progetto MITO 2000 per il periodo 2000-2005 indicano un andamento incerto per la specie, che ha mostrato invece una tendenza generale al moderato incremento se si considera l’intero periodo 2000-2009 (con progresso medio annuale di poco superiore ai 3,3 punti percentuali). Dal punto di vista della distribuzione, densità decisamente più elevate si registrano in pianura, con 3,5 coppie ogni 10 punti sotto i 250 metri; le abbondanze diventano decisamente minori a quote più elevate, con la specie che non sembra spingersi mai oltre i 1.750 metri sul livello del mare.

Si tratta, d’altro canto, di una specie essenzialmente sedentaria, che durante la propria vita compie movimenti di ampiezza molto limitata: in Norvegia, ad esempio, solo 7 di 189 ricatture sono avvenute a una distanza superiore a 40 km; in Svezia, su 210 ricatture di individui inanellati al nido, solo 4 avvenivano oltre i 50 km; in Polonia, su 20 ricatture, solo una superiore ai 35 km. 

La Gazza non è inserita nella Lista rossa nazionale; risulta specie cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92). Le popolazioni sono inoltre oggetto di interventi di controllo numerico in alcune aree del Paese, in base alle deroghe previste dalle normative comunitarie.