GRACCHIO ALPINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliGRACCHIO ALPINO

NOME SCIENTIFICO: Pyrrhocorax graculus
 

In estate, il Gracchio alpino è osservabile quasi esclusivamente al di sopra del limite superiore della vegetazione. Nidifica su pareti rocciose e si alimenta sulle praterie alpine e lungo i bordi dei nevai. In inverno, ma solo in presenza di abbondanti nevicate, scende sino al fondovalle frequentando prati, frutteti e centri abitati. Le stazioni turistiche situate a quote elevate offrono alla specie una sicura fonte di cibo, durante tutto il corso dell’anno, consentendole di svernare anche sino a 2.500-3.000 metri di altitudine. Il Gracchio alpino è decisamente gregario, e lo si può osservare riunito in stormi composti da svariate decine di individui, anche fino a un migliaio d’inverno. Compie regolari spostamenti giornalieri fra i dormitori – o i nidi posti sulla roccia – e i luoghi di alimentazione…

Stato di salute

Le popolazioni europee di Gracchio alpino mostrano tendenze demografiche stabili e, dunque, la specie è considerata in stato di conservazione favorevole. Nonostante l’areale frammentato, in ragione della spiccata predilezione della specie per gli ambienti di alta montagna, la popolazione europea nidificante si presenta piuttosto ampia – superiore alle 130.000 coppie secondo le stime più recenti, pari a poco meno della metà della popolazione globale della specie – ed è rimasta stabile nel periodo 1970-1990.

Trend invariato nel decennio successivo, 1990-2000, per la maggior parte delle popolazioni europee, incluse quelle chiave di Francia, Russia e Turchia. Analogo quadro in Italia, dove la popolazione della specie – stimata in 5.000-10.000 coppie, pari al 3,2-3,8% della popolazione europea complessiva – non pare aver subito variazioni significative negli ultimi 30-40 anni.

A livello biogeografico, la popolazione più numerosa abita le montagne del Trentino Alto Adige – stimate alcune migliaia – e della Lombardia (3.000-6.000 coppie, 6.000-40.000 durante l’inverno) con trend ovunque stabile. Molto più scarsa e localizzata la popolazione appenninica, con nidificazioni accertate sulle montagne della Duchessa, sui Simbruini, gli Ernici e sui Monti della Meta-Le Mainarde, per una popolazione complessiva che non dovrebbe superare le 100 coppie. Qui, a differenza che sulle Alpi, risulta evidente una contrazione dell’areale distributivo con la progressiva scomparsa della specie dai gruppi montuosi più settentrionali.

Gli inanellamenti effettuati – in relazione anche ad approfonditi studi locali sull’eco-etologia della specie – hanno avuto luogo in ambiti alpini piemontesi e lombardi. L’unica ricattura disponibile si riferisce ad un soggetto adulto inanellato sulle Alpi francesi nel marzo 1972 e segnalato, nel successivo mese di novembre, in Lombardia, ad una distanza inferiore ai 50 km.

Il Gracchio alpino è considerato specie a più basso rischio nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, protetto in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).