GRACCHIO CORALLINO - Uccelli da proteggere

Vai ai contenuti principali
Uccelli da proteggere
 
Home | Le specie | Gli uccelli in... | Le specie protette | GRACCHIO CORALLINO
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliGRACCHIO CORALLINO

NOME SCIENTIFICO: Pyrrhocorax pyrrhocorax
 

Nero e splendente è il piumaggio, lunghe le zampe, di colore rossastro, così come il becco, aguzzo e leggermente incurvato verso il basso. La sua vita è spesso minacciata dai rapaci, mentre vari predatori terrestri fanno incetta di uova e pulcini. I grandi insetti, spesso raccolti con pazienza tra gli escrementi di bestiame al pascolo, sono le sue prede preferite ma – forse prendendo esempio dai  rapaci – questo grande corvo non disdegna a sua volta, per sfamarsi, uova o uccelli più piccoli, talvolta addirittura carogne…  

Minacce

Attualmente, è l’Abruzzo la vera roccaforte nazionale della specie. Si stima che nella regione siano presenti ben 2.000 individui, pari probabilmente a oltre un quarto, forse addirittura un terzo, del totale italiano nidificante. Anche qui si è assistito però a una notevole diminuzione nel corso degli anni Sessanta, probabilmente causata da fattori climatici avversi ma anche da disturbo e utilizzo di bocconi avvelenati. L’inversione di tendenza nell’area protetta abruzzese risale agli anni Settanta, mentre la popolazione siciliana, così come quella sarda, risulta in evidente e preoccupante declino: la popolazione siciliana, in particolare, potrebbe essere attualmente ridotta a meno di 300 coppie localizzate in pochi siti, a fronte degli oltre 1.000 individui censiti nel 1971.

Molteplici i fattori in grado di far luce su questo scenario. A parte fattori climatici ed episodi di disturbo diretto, la specie pare subire in modo particolare sia i lavori di gestione forestale sia il locale abbandono dei pascoli – talvolta conseguente all’istituzione di divieti – che riducono ai minimi termini gli insetti “coprofagi” – quelli appunto abbondanti tra gli escrementi – che costituiscono parte fondamentale della sua dieta.

In generale, il Gracchio corallino necessita di ambienti con vegetazione assente o sparsa, ubicati nelle vicinanze di potenziali siti di nidificazione e alimentazione. Il pascolo – e solo occasionalmente i prati da sfalcio – costituisce l’habitat ideale per la specie, che risulta favorita in modo particolare dall’abbondanza di bestiame al pascolo. L’abbandono delle coltivazioni tradizionali e soprattutto delle attività di pastorizia che ha coinvolto gran parte delle Prealpi e anche molti siti appenninici hanno confinato questa specie in alcune aree localizzate, lontane dal disturbo umano e ove allo stesso tempo vi sia ampia disponibilità di siti per costruire il nido, così come una relativa abbondanza di prede.

L’esito della riproduzione di questa specie appare infatti fortemente influenzato dalla disponibilità di siti idonei per l’alimentazione – aree con erba bassa – mentre a costituire un’ulteriore minaccia per la specie, oltre all’abbandono dei pascoli, è l’abuso di pesticidi connesso alla locale intensificazione delle pratiche agricole. Come avviene per altre specie insettivore, l’abuso di pesticidi è di per sé in grado di compromettere la vita del Gracchio corallino, causando la diminuzione o la scomparsa delle specie preda.