GRACCHIO CORALLINO - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliGRACCHIO CORALLINO

NOME SCIENTIFICO: Pyrrhocorax pyrrhocorax
 

Nero e splendente è il piumaggio, lunghe le zampe, di colore rossastro, così come il becco, aguzzo e leggermente incurvato verso il basso. La sua vita è spesso minacciata dai rapaci, mentre vari predatori terrestri fanno incetta di uova e pulcini. I grandi insetti, spesso raccolti con pazienza tra gli escrementi di bestiame al pascolo, sono le sue prede preferite ma – forse prendendo esempio dai  rapaci – questo grande corvo non disdegna a sua volta, per sfamarsi, uova o uccelli più piccoli, talvolta addirittura carogne…  

Stato di salute

La popolazione italiana di Gracchio corallino è compresa tra il 5 e il 13% del totale nidificante nell’Unione Europea. Una frazione significativa – anche a livello continentale la popolazione italiana potrebbe raggiungere il 5% del totale – che corrisponde, in termini assoluti, a circa 1.500-2.000 coppie, stabili tra il 1990 e il 2000.

Purtroppo, sia su scala “comunitaria” sia su scala pan-europea, la specie risulta da decenni in declino. Nel corso del Novecento la specie si è rarefatta e localmente estinta in buona parte dell’areale, Alpi comprese. Il decremento non si è arrestato neppure in anni più recenti, pur passando da “largo” a “moderato” negli ultimi anni del secolo scorso.

Attualmente, si stima nell’Ue una popolazione nidificante pari a 15-28mila coppie, 43-100mila quella complessiva europea. Largamente provata è una distribuzione storica sicuramente più estesa che, stando alle nostre latitudini, comprendeva di certo anche le Alpi centro-orientali, dove il Gracchio corallino appare attualmente estinto. Particolarmente degno di nota è il drammatico declino che ha coinvolto la specie già a partire dalla seconda metà dell’ottocento. Probabilmente, in Lombardia il Gracchio corallino era addirittura più diffuso, un tempo, del “congenere” Gracchio alpino. Di fatto, ora la specie risulta confinata al solo settore occidentale, e in particolare in Val d’Aosta (Gran Paradiso), alta Valle di Susa (e vallate laterali), Monviso e Alpi Marittime.

Non molto confortante lo scenario nel resto d’Italia, con la popolazione toscana – stimata in circa 20-30 coppie – confinata sulle Alpi Apuane e totalmente isolata. Migliore il quadro riscontrato nel Lazio, con 40 siti censiti e un discreto stato di conservazione, almeno se si analizzano le serie storiche di presenza degli ultimi 50 anni, con la popolazione che si è da tempo assestata sulle 50-70 coppie. Più abbondante la popolazione abruzzese, con oltre 400 coppie presenti nella sola Maiella, molto probabilmente più di 100 anche su Velino-Sirente e sul Gran Sasso, mentre il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise dovrebbe ospitare un totale di 320 individui.