GRUCCIONE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliGRUCCIONE

NOME SCIENTIFICO: Merops apiaster
 

Specie piuttosto socievole, il Gruccione costruisce il proprio nido in colonie, tra banchi di sabbia, preferibilmente lungo le rive dei fiumi. Dall’aspetto particolarmente elegante, è facilmente riconoscibile per le forme esili e la livrea variopinta. Qualche problema, per la verità, il Gruccione lo crea agli allevatori di api, insetti di cui va estremamente ghiotto: se individua un’arnia, ogni singolo individuo può consumare anche fino a 200-250 api al giorno…

Minacce

Il fenomeno di espansione della specie sembra essersi accentuato a partire dalla prima metà degli anni ’80, per proseguire nel periodo successivo. Studi riportano infatti un incremento costante, nel corso del XX secolo, anche fino al 50% nelle province italiane interessate dalla nidificazione del Gruccione nel periodo compreso tra il 1992 e il 1997.

Diversi i fattori che possono spiegare questa espansione, a cominciare dalle esigenze ecologiche della specie. In Lombardia, ad esempio, è stata osservata una netta predilezione per le aree con scarsa piovosità estiva, unita a una preferenza per le aree coltivate a mais, riso e cereali, inframmezzate da filari, fasce arboree e canali. Zone agricole, cave abbandonate, aree incolte sono invece gli ambienti di cui la specie trova ampia disponibilità in collina. Il substrato sabbioso è preferito nella stragrande maggioranza dei casi (come evidenziano, da questo punto di vista, gli studi effettuati in Emilia-Romagna e Veneto).

Rispetto ai potenziali fattori di minaccia, va sottolineato come la riduzione dei siti riproduttivi o la loro alterazione possa rappresentare un fattore limitante. Il disturbo antropico o la predazione al nido possono compromettere l’esito della nidificazione.

Il successo riproduttivo pare inoltre essere più contenuto nelle colonie più piccole, probabilmente più esposte al rischio di predazione. I dati disponibili evidenziano un tasso d’involo di 3,7 giovani per coppia in provincia di Salerno, mentre in Piemonte il successo riproduttivo stimato raggiunge l’80%.