LODOLAIO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliLODOLAIO

NOME SCIENTIFICO: Falco subbuteo
 

Nonostante sia un piccolo falco, il Lodolaio ha un volo veloce e potente, con il quale di solito  insegue le sue vittime, alternando rapidi battiti d’ali a brevi planate. Tra le sue prede preferite vi sono le allodole (da cui il nome Lodolaio). Insegue con destrezza fitte schiere di Libellule sulla superficie dell’acqua, mettendo in mostra il suo piumaggio dai colori intensi e brunastri dove spicca la parte ventrale rossiccia. Nel periodo della nidificazione le coppie si destreggiano in reciproche parate acrobatiche, che eseguono con estrema grazia e agilità. 

Stato di salute

Il Lodolaio presenta uno stato di salute favorevole sia in Unione europea sia a livello continentale. La popolazione dell’Unione europea si aggira intorno alle 27-40mila coppie. In quest’area nidifica il 33-38% del totale complessivo della popolazione continentale e una frazione compresa tra il 5 e il 24% di quella globale. In Unione europea si registra una certa stabilità della popolazione nidificante, prendendo come periodo di riferimento sia il ventennio che va dagli anni ’70 agli anni ’90, sia gli anni compresi tra il 1990 e il 2000.

La popolazione italiana di Lodolaio è composta da 500-1.000 coppie e corrisponde al 2-2,5% di quella europea nel suo complesso. La consistenza delle popolazioni nel nostro Paese appare stabile, con casi di fluttuazione locale. Nell’area della Pianura padana il numero degli individui mostra un discreto incremento, che si accompagna, molto probabilmente, anche a un’espansione dell’areale di presenza.

Complessivamente, in Emilia-Romagna sono stimate 50-100 coppie, di cui 22 in provincia di Parma.  Nel Cuneese, si contano circa 50-60 coppie, con densità locali elevate (14 coppie su 35 km di asta fluviale). La penetrazione nelle vallate alpine è un fenomeno recente sulle Alpi Marittime, dove la specie si spinge ora fino a 750 m. In Lombardia, le coppie registrate negli anni ’80 erano circa 50-100. In anni più recenti sono state riportate 20-50 coppie in provincia di Cremona e sono in aumento le coppie censite in provincia di Varese. Su scala regionale, in Lombardia si stimano 250-500 coppie, con espansione di areale dovuta alla colonizzazione dei pioppeti coltivati in aree golenali.

Ad oggi, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie, che è considerata vulnerabile dalla Lista Rossa Nazionale. In base alla legislazione venatoria (157/92) il Lodolaio figura tra le specie non cacciabili nel nostro Paese.