MIGNATTINO COMUNE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliMIGNATTINO COMUNE

NOME SCIENTIFICO: Chlidonias niger
 

Coda biforcuta, becco nero e sottile. Il Mignattino prende il nome dal suo “piatto” preferito, secondo la tradizione, le “mignatte”, cioè le sanguisughe. In effetti, questo uccello predilige le acque interne, le paludi e gli stagni, dove questo e altri invertebrati acquatici proliferano. In Italia è tuttavia rarissimo, e localizzato in un’area della Pianura Padana a nord del Grande Fiume, tra la Dora Baltea e il Lago Maggiore…

Minacce

È molto difficile interpretare il trend di questa specie che, pur avendo conosciuto un certo decremento e spostamento del baricentro dell’areale di presenza da est verso ovest, risulta tuttora particolarmente complesso. Ai decrementi di popolazione e areale registrati in passato, infatti, si è accompagnata una modesta ripresa verso la fine degli anni Novanta, seppure limitata al Piemonte e in particolare al vercellese.

Come nel caso di altre specie simili, il Mignattino soffre anzitutto per la propria dipendenza da un habitat facilmente degradabile dall’attività umana. In particolare, l’abitudine di nidificare in risaia rende il Mignattino comune piuttosto vulnerabile. Non a caso, nella Valle Padana occidentale, il cambiamento dei tradizionali sistemi di coltivazione del riso avvenuto alla fine degli anni Sessanta ha causato il totale abbandono dei siti storici di nidificazione.

Questo il caso di Novara, dove la specie è scomparsa tra il 1968 e il 1970, e anche di altre aree della Pianura Padana dove la risicoltura tradizionale è stata del tutto abbandonata o modificata in modo sostanziale. Anche altri ambienti umidi di principio idonei per la specie hanno sofferto profonde modificazioni che hanno fatto diventare sempre più rara la presenza di habitat adatti per la specie.

Altro problema, è un tasso di successo riproduttivo particolarmente basso, con una dimensione media della covata pari a 2,39 uova e tendenzialmente inferiore a quelle rilevate nelle aree di nidificazione del centro Europa.