

NITTICORA
NOME SCIENTIFICO: Nycticorax nycticorax
Solo l’Australia non vede la presenza di questa specie, diffusa praticamente in tutto il globo. A parte le dimensioni – medie rispetto alla famiglia degli aironi – spicca l’occhio rosso fuoco, tale solo nell’adulto, mentre i giovani presentano un piumaggio meno variegato e occhio giallo o arancione. Stagni, paludi, lagune d’acqua dolcee boschetti planiziali sono il suo regno. A differenza di altre specie che condividono lo stesso habitat, la Nitticora è piuttosto socievole, e costruisce il nido in ampie “garzaie”, insieme ad altre specie dalle abitudini simili…
Stato di salute
La Nitticora è relativamente abbondante in tutta l’Unione Europea, che potrebbe ospitare fino a 30mila coppie.. Tale popolazione rappresenta oltre un terzo del contingente continentale complessivo, stimabile in 63-87mila coppie. Più sfavorevole è la conservazione della specie a livello continentale, mentre entro i confini dell’Unione Europea la Nitticora ha mostrato largo aumento tra il 1970 e il 1990, seguito da stabilità.
Tutelata dalla Direttiva Uccelli e protetta dalla legislazione venatoria vigente, la Nitticora in Italia nidifica con un contingente piuttosto significativo, 12-14mila copie, pari a circa la metà dell’intera popolazione europea e a una frazione compresa tra un quarto e un sesto della popolazione continentale complessiva. Verosimilmente, l’Italia è il Paese d’Europa a ospitare la maggiore popolazione di Nitticora, con evidenti responsabilità per la sua conservazione.
A questo proposito, la popolazione italiana appare soggetta a evidenti fluttuazioni. A fronte di decrementi, fluttuazioni o anche incrementi locali, appare evidente una correlazione positiva tra andamento delle precipitazioni piovose nelle aree di svernamento e la popolazione presente sul suolo nazionale nella stagione riproduttiva successiva. Per rendersi conto dell’ampiezza di tali fluttuazioni basta citare qualche dato relativo alle popolazioni locali: il Piemonte, per esempio, che vedeva 4.500 coppie nidificanti negli anni Ottanta, poi passate a 6-7mila all’inizio degli anni Novanta, solo 3.279 nel 1999.
Stesso andamento in Lombardia, dove all’incremento degli anni Ottanta è seguito un decremento notevole, negli ultimi anni del secolo, che ha praticamente riportato la popolazione ai livelli del 1970, per un totale di circa 6.000 nidi censiti. Il Veneto, terza e ultima regione di presenza abbondante della specie, ha visto un tendenziale decremento anche in anni molto recenti, con le coppie passate dalle 547-703 del 1998 alle 353-560 del 2003. Migliore la situazione nell’Italia centrale, con espansione demografica e di areale: in Toscana per esempio nel 1998 erano presenti 815-858 coppie ripartite in 9 garzaie.