PASSERA MATTUGIA - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliPASSERA MATTUGIA

NOME SCIENTIFICO: Passer montanus
 

Specie tendenzialmente onnivora, la Passera mattugia preferisce comunque semi, frutta e insetti. Vive quasi sempre in aree antropizzate, vicino alle abitazioni umane anche nei centri urbani. A differenza di altri Passeriformi, nidifica preferibilmente nelle cavità degli alberi o in cassette nido. Piuttosto solitaria durante la fase riproduttiva, al di fuori di questa la specie diventa gregaria, formando gruppi misti con Passere d’Italia, alcune specie di Fringillidi…

 

Ordine: Passeriformes   Famiglia: Passeridae

La Passera mattugia è lunga circa 14 centimetri, per 22 grammi di peso e un’apertura alare che di solito non supera i 20-22 centimetri. Entrambi i sessi si presentano molto simili nell’aspetto, con vertice del capo e nuca di colore bruno-rosso opaco; bianche le guance, con una tipica macchia nera.

La sottospecie nominale P. m. montanus  abita gran parte dell’Eurasia, ad eccezione delle estreme regioni settentrionali. In Turchia, Caucaso e basso corso del Volga si ritrova invece la sottospecie P. m. transcaucasicus . Altre sottospecie abitano aree al di fuori del Paleartico occidentale, mentre in Australia, Nordamerica e Indonesia la specie è stata introdotta. Nidificante sedentaria – ma anche migratrice e svernante – nidifica un po’ in tutta la penisola, nelle due isole maggiori e in buona parte delle isole minori.

Frequenta le campagne, più raramente i centri abitati, dove riesce a trovare abbondanza di cibo e siti ideali per la riproduzione. Tendenzialmente onnivora come quasi tutti i Passeri, predilige semi, ma anche frutta e insetti, essenziali per l’allevamento dei pulcini. Al di fuori del periodo riproduttivo, si associa volentieri con altre specie, soprattuto Passera d’Italia e alcuni Fringillidi.

Per la costruzione del nido preferisce le cavità degli alberi, o altri anfratti presenti nelle case e soprattutto nei sottotetti. Da aprile in avanti la femmina vi depone fino a sette uova, che cova insieme al maschio per 11-14 giorni. Durante l’allevamento, che dura circa 15-20 giorni, i pulcini vengono nutriti con insetti, grano, segale, frutta e ogni sorta di semi. 

Prospettive

Specie poco studiata, ad eccezione di contributi locali relativi soprattutto alla biologia riproduttiva. Sarebbe quindi auspicabile approfondirne ecologia, biologia riproduttiva e fattori influenzanti la dinamica di popolazione per individuare specifiche misure di conservazione.

Difficile quindi proporre per questa specie, per la quale si hanno poche informazioni e non sempre tra loro coerenti, un Valore di Riferimento Favorevole (FRV). Trattandosi di specie tendente alla nidificazione semi-coloniale è inoltre poco utile formulare un FRV sulla base di valori di densità.

In linea generale, per favorire la presenza della specie, è opportuno mantenere condizioni idonee alla riproduzione nei siti ospitanti coppie nidificanti, come cascine, “torri passeraie”, ecc. È stato anche osservato come la specie possa beneficiare della posa di opportune cassette-nido in contesti potenzialmente idonei – quali frutteti e vigneti non intensivi, aree semi-aperte coltivate o pascolate – ma privi di potenziali siti di nidificazione.

Minacce

Non del tutto noti sono i fattori influenzanti le dinamiche di popolazione. Come per altre specie di Passeri, è plausibile individuare tra i fattori di minaccia la riduzione dei siti idonei alla costruzione del nido a causa delle ristrutturazioni e degli interventi di “ammodernamento” di antichi edifici, ma anche la diminuzione di specie preda importanti per l’alimentazione dei pulcini e la diminuita disponibilità di cibo anche al di fuori della stagione riproduttiva, causata da cambiamenti nelle pratiche agricole.

Le variazioni intervenute nei metodi di coltivazione dei suoli, in particolare, possono risultare particolarmente significative per questa specie, molto più legata agli ambienti agricoli rispetto ai congeneri. In questo senso, sia l’intensificazione che l’abbandono delle pratiche agricole estensive rappresentano importanti fattori di minaccia. In particolare, l’uso eccessivo di pesticidi, la perdita di habitat marginali – boschi, siepi, filari, ecc – e lo spostamento verso la semina autunnale dei cereali sono probabilmente all’origine dei decrementi registrati in diverse aree dell’Italia centro-settentrionale.

L’eventuale perdita delle covate, invece, è di solito dovuta a fattori meteoclimatici (come periodi prolungati di maltempo durante la fase riproduttiva). Nel determinare il fallimento della riproduzione sono determinanti anche i predatori, quali altre specie di uccelli ma anche mammiferi. Nella pianura bresciana, nel 1994, sono state registrate nello stesso nido fino a 4 covate consecutive, con una dimensione media pari a 5,4 uova per covata. Le percentuali di schiusa e d’involo risultano rispettivamente dell’82,3% e dell’85,6% e sono più alte nelle covate di 5-6 uova; il numero medio di pulcini involati per nido registrato è, su base annua, di 10,8, con un massimo di 14 pulcini involati in 3 covate e di 16 in 4 covate.

Stato di salute

Attualmente la Passera mattugia è classificata in declino nell’Unione europea, con stato di conservazione sfavorevole anche a livello continentale. Nel complesso, si registra stabilità della popolazione nidificante nell’Europa “comunitaria” nel periodo 1970-1990, seguita da moderato declino nel periodo 1990-2000.

La popolazione dell’Ue è ad oggi stimata in 8.900.000-17.000.000 coppie, pari al 34-35% della popolazione continentale e a una frazione compresa tra il 5% ed il 24% di quella globale della specie. La popolazione italiana – pari a circa il 6% di quella dell’Unione europea e al 2% di quella continentale – dovrebbe raggiungere 500.000-1.000.000 di coppie, ad andamento incerto.

In realtà, i dati più recenti mostrano un trend negativo, con una variazione media annua pari a -2,7% e un decremento complessivo, nel quinquennio 2000-2005, pari al 10,1%. Anche i dati del progetto MITO 2000 indicano, per il periodo 2000-2009, una tendenza generale al declino moderato, con un decremento stimato in 2,6 punti percentuali. A fronte di questo quadro complessivo, i dati raccolti a scala biogeografica appaiono piuttosto diversificati: a situazioni di moderato declino a livello locale, come in Lombardia e segnatamente in provincia di Varese, o di vero e proprio tracollo, come in Toscana (Firenze e Livorno) si accompagnano situazioni di stabilità o crescita, come quella rilevata in Sicilia se pure a fronte di una certa discontinuità di areale.

Gli inanellamenti hanno interessato l’intera penisola, le isole maggiori e alcune isole minori. Le ricatture di individui marcati all’estero originano prioritariamente da inanellamenti effettuati nell’area della Camargue, sulla costa francese mediterranea. Occasionali segnalazioni dirette testimoniano di come il nostro Paese sia raggiunto da individui che seguono direzioni tra loro anche ben distinte, con spostamenti in maggioranza compresi entro i 500 km. Anche le segnalazioni entro i confini nazionali ben evidenziano la mobilità della specie, con spostamenti di solito nell’ordine dei 100 km (ma non mancano casi di spostamenti più ampi sia latitudinali che longitudinali).

Non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. La Passera mattugia non è considerata nella Lista Rossa Nazionale. Totalmente cacciabile fino al 1997, in seguito la sua cacciabilità è stata legata a quanto previsto dalle deroghe alla Direttiva Uccelli (79/409).

Semaforo

Come molti congeneri, anche questa specie di Passero appare tendenzialmente in declino nel nostro Paese, sebbene i dati raccolti a livello locale mostrino una situazione decisamente meno critica di quanto riportato per la Passera d’Italia. Probabilmente, i declini rilevati sono attribuibili alle modifiche intervenute nelle pratiche agricole tradizionali, essendo peraltro questa specie, più di altri Passeri, legata a tali ambienti.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* Stabile Favorevole
Popolazione In calo Inadeguato
Habitat della specie In diminuzione Inadeguato
Complessivo   Inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Come la Passera d’Italia, anche la Passera mattugia non intona un vero e proprio canto, ma un aspro sibilo, se pure un po’ più cupo e tendenzialmente meno squillante; si tratta comunque di una specie molto “rumorosa”, specialmente quando, al di fuori del periodo riproduttivo, gli individui si radunano in colonie. Più facile, del resto, udirne il canto che osservarla: pur trattandosi di una specie piuttosto comune in Italia come in gran parte d’Europa, la Passera mattugia mostra infatti un comportamento piuttosto schivo...