PIRO PIRO BOSCHERECCIO - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliPIRO PIRO BOSCHERECCIO

NOME SCIENTIFICO: Tringa glareola
 
Semaforo N.C.

Per trovare il suo nido bisogna superare il 50° parallelo, e raggiungere le estreme propaggini della Scandinavia e della Russia. In Italia lo si osserva invece più facilmente durante la migrazione, dove il Piro piro boschereccio si trattiene anche a lungo presso paludi fangose, rive di laghi o stagni di acqua dolce, con occasionali puntate nelle paludi salmastre. La vera sfida per il birdwatcher è distinguere i vari tipi di Piro piro. Quello boschereccio si fa notare per zampe più lunghe, il piumaggio variegato, nonché per la posizione del tutto particolare assunta dal capo quando l’uccello si trova in posizione di riposo…

Prospettive

Le informazioni sulla presenza del Piro piro boschereccio in Italia sono estremamente vaghe e frammentate. Questo a causa, principalmente, del comportamento elusivo della specie, che non ama muoversi in grandi gruppi, né risulta particolarmente appariscente.

Abbastanza conosciute sono invece le esigenze ecologiche del Piro piro boschereccio che, nelle aree di nidificazione, impongono la presenza di ampie zone di foresta allagata presso aree umide o laghi. Al di fuori della stagione riproduttiva – dunque anche durante le soste alle nostre latitudini – la specie evita invece spiagge e zone soggette a marea, nonché altri habitat marini fatta eccezione per occasionali avvistamenti nelle paludi salmastre.

Qui, a fare la differenza, per la riuscita del viaggio di ritorno dai quartieri di svernamento – e quindi, per conseguenza, a comportare ricadute importanti sullo stato di salute europeo della specie – è la qualità di habitat quali laghi, stagni e rive dei fiumi ove siano presenti vaste aree fangose o paludose con macchie di vegetazione. Frequentando anche saline e pozze di origine artificiale, e adattandosi anche ad habitat non molto estesi, risulta importante tutelare anche quegli acquitrini stagionali e occasionali che si formano nelle nostre campagne in primavera e autunno.

Trattandosi di una specie in grave sofferenza a livello globale, risulta quindi fondamentale proteggere sia la qualità ecologica dei principali siti di sosta e occasionale svernamento sia, più in generale, tutelare queste aree da un eccessivo disturbo da parte dell’uomo, a cominciare naturalmente dalla necessità di limitare la persecuzione diretta alla specie.