POIANA
NOME SCIENTIFICO: Buteo buteoA prima vista la Poiana può apparire goffa ma, quando spicca il volo, si riscatta ampiamente: è qui che mette in mostra le sue doti principali e si trasforma in un agile rapace diurno. In aria infatti sfrutta abilmente le correnti ascensionali, roteando a lungo senza battere le ali; i voli territoriali sono caratterizzati da un’alternanza di brevi picchiate ad ali semichiuse e brusche risalite. Nella fase riproduttiva, questi volteggi sono accompagnati da un intenso e “miagolato” fischio…
Ordine: Accipitriformes Famiglia: Accipitridae
La Poiana è un rapace che vive soprattutto in aree europee, ma la specie si può avvistare anche in Asia, nonostante eviti in generale gli ambienti eccessivamente freddi. Frequenta abitualmente ambienti semi-boscati dove si alternano zone dalla vegetazione prevalentemente erbacea – in cui cacciare – a zone dalla vegetazione arborea dominante, adatte per collocare i nidi. Le campagne alberate sono habitat particolarmente favorevoli. La Poiana inoltre si adatta meglio di altri rapaci alle trasformazioni ambientali di origine antropica, potendo nidificare anche su alberi isolati circondati da ambienti agricoli tradizionali.
Dalla forma compatta, la specie misura 57 cm di lunghezza e presenta ali ampie e arrotondate, la cui apertura può raggiungere i 130 cm. La Poiana è un ottimo predatore: anche se vive in ambienti boschivi, solitamente caccia in territori aperti, e si nutre prevalentemente di piccoli mammiferi. La specie è inoltre necrofaga (si nutre cioè di carogne di altri animali). Osservandola in volo si nota un profilo frontale a forma di V aperta, delineato dalla testa incassata tra le spalle e dalle ali aperte, leggermente rialzate rispetto al resto del corpo.
Il piumaggio presenta un colorazione bruno scuro che prevale nella parte superiore e nella superficie inferiore delle ali. Quest’ultima area del corpo si presenta barrata di sfumature nerastre, con una macchia scura al polso e un’area chiara che sfuma verso il centro. La coda è anch’essa caratterizzata da numerose barre sottili e scure.
È difficile vedere la Poiana volare in stormi: gli individui mostrano un comportamento gregario solamente durante gli spostamenti migratori. Solitamente, la specie nidifica tra gli alberi e su rocce isolate adatte ad ospitare un solo nido, in cui la femmina depone da 1 a 4 uova nel periodo tra marzo e giugno. La cova, di cui si occupano entrambi i sessi, dura 34 giorni. Una volta nati, i pulcini restano nel nido per circa 40-50 giorni; dopo questo periodo i giovani sono completamente autonomi e pronti per spiccare il volo.
Per ambienti forestali idonei e continui, è possibile proporre come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) una densità riproduttiva pari a 30 coppie per 100 km². In contesti che presentano condizioni ottimali, tale valore può essere superato. Negli habitat sub-ottimali l’FRV non dovrebbe comunque essere inferiore alle 20 coppie per 100 km², con un’ampiezza media dei territori di 5-8 km² per coppia.
In Italia, diversi studi condotti a partire dagli anni ’80 sulla Poiana hanno permesso di raccogliere informazioni approfondite sull’ecologia e sulla biologia riproduttiva della specie. Tuttavia, i dati sulle popolazioni presenti in Italia meridionale – specialmente in Sicilia, Campania e Calabria – sono frammentari e poco aggiornati. Nel complesso, mancano ad oggi informazioni complete sui principali parametri demografici della specie, disposti su serie storiche sufficientemente lunghe.
In linea generale, la Poiana sembra evitare la vicinanza di strade. Opere di disboscamento condotte in periodo riproduttivo possono inoltre provocare l’abbandono del nido. Va richiamato inoltre il pericolo, spesso letale per la specie, rappresentato da elettrodotti e cavi sospesi in aree forestali e agricole, ove i fili a sbalzo andrebbero sostituiti con gru a cavo meno impattanti.
Per mantenere un buono stato di conservazione della specie è necessario inoltre intraprendere strategie selvicolturali che prevedano il rilascio delle piante su cui le poiane costruiscono il nido e di quelle sempreverdi molto mature o avvolte da rampicanti. A questo proposito, è importante prevedere aree di rispetto nell’arco di almeno 100 m dal sito di nidificazione e posticipare gli interventi selvicolturali a partire dal 20 luglio.
Per le aree di pianura del Nord Italia è importante incrementare la presenza di aree verdi – tramite il mantenimento e la creazione di boschi in aree agricole maggiori di 5-10 ettari – collegate alle zone ripariali da aste fluviali. Va infine monitorato e contrastato il fenomeno degli abbattimenti illegali, che ancora pesa su questa come su altre specie di rapaci.
In Italia la specie è prevalentemente nidificante sedentaria, migratrice regolare e svernante. È tra i rapaci diurni più diffusi, nonostante la sua distribuzione non sia uniforme nelle pianure coltivate in modo intensivo. La Poiana è definita una specie “eclettica” per la sua capacità di nidificare su alberi di diversa altezza in aree forestali, in regioni semialberate e nei pressi di terreni coltivati. Predilige generalmente ambienti forestali intercalati da campi con vegetazione non troppo alta, luoghi ideali per cacciare.
In Italia è distribuita sia al livello del mare – come nella pianura mantovana, ma anche su piccole isole rocciose e falesie costiere – sia in quota, dove può raggiungere i 1.900 metri. Nelle regioni settentrionali, è frequente avvistare questi rapaci a partire dai 500 m di quota. In Lombardia nelle zone montuose predilige i boschi maturi, soprattutto quelli disposti su terreni ripidi, con prevalenza di castagni e faggi, ricchi di radure erbose e rocce affioranti.
L’abbandono di ampie porzioni di territorio collinare e montano caratterizzate da agricoltura tradizionale ha comportato, negli ultimi decenni, un forte incremento della superficie forestale a vantaggio della specie. Per contro, la scomparsa di vaste aree aperte e semiaperte – fondamentali per l’attività di caccia della Poiana – incide negativamente sullo stato di salute della specie, che necessita di superfici aperte, anche aride, su cui individuare le proprie prede.
La Poiana può localmente essere minacciata quando si verificano trasformazioni ambientali permanenti o durature legate allo sfruttamento delle risorse agrosilvopastorali in ambiti forestali (come l’apertura di nuove strade, la frammentazione degli habitat e gli interventi selvicolturali). In alcune aree sono state registrate uccisioni illegali. Anche il disturbo antropico influisce negativamente sulla specie, in particolare in periodo riproduttivo. Altre problematiche sono rappresentate dagli incendi estivi, dalla contaminazione da pesticidi, dal saturnismo e dalla collisione contro cavi sospesi.
La vasta popolazione europea della specie mostra tendenze demografiche ovunque stabili o positive. Solamente in Finlandia si sono registrati leggeri decrementi. La popolazione nidificante è infatti superiore alle 710.000 coppie, in incremento tra il 1970 e il 1990. Nonostante alcune diminuzioni in pochi paesi nel periodo 1990–2000, le popolazioni principali di Russia, Germania e Francia sono da considerarsi tuttora stabili.
La popolazione italiana conta dalle 4.000 alle 8.000 coppie riproduttive e rappresenta lo 0,5-0,6% di quella complessiva europea. La specie è poco studiata nel nostro Paese, dove è ampiamente diffusa come nidificante soprattutto in aree boscate, raggiungendo anche i 1.500 m. Le densità più alte si riscontrano lungo la fascia prealpina e in Appennino, ma la Poiana è ben distribuita anche nelle isole maggiori, in alcune isole minori tirreniche e a Pantelleria.
La specie registra vuoti di areale in corrispondenza della Penisola Salentina e della Pianura Padana centro orientale. Altre aree, per contro, risultano densamente abitate: come l’Emilia Romagna, dove si stimano 500-1.000 coppie, la Toscana, con 500-2.000, il Lazio, che ospita 250-500 coppie. La presenza della specie è ben monitorata anche nelle isole: in Sicilia si stimano 1.000-1.500 coppie, mentre in Sardegna i valori sono più bassi, con non più di 350 coppie.
Come ha inoltre evidenziato il progetto MITO2000, la Poiana è densamente distribuita sul Gargano, in Sardegna, oltre che in un’area che va dall’Appennino campano fino alla Sila. In base alle ultime rilevazioni la specie risulta stabile e localmente in incremento in Pianura Padana, soprattutto lungo i principali corsi d’acqua. Non inserita nella Lista Rossa Nazionale, la specie è protetta nel nostro Paese dalla legislazione venatoria (157/92).
In Italia, la specie si mostra stabile, con locali incrementi di densità in aree particolarmente idonee. Il contrasto al bracconaggio e l’avanzata del bosco sembrano avere favorito questa specie, pur non essendo disponibili dati sufficientemente dettagliati sul trend di alcune popolazioni in Italia meridionale. È comunque probabile, dati gli alti valori di densità riscontrati in gran parte dei contesti alpini e appenninici, che il quadro si manterrà favorevole per la specie anche nei prossimi decenni .
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | Stabile e localmente in espansione | Favorevole |
Popolazione | Complessivamente stabile e/o in aumento | Favorevole |
Habitat della specie | In aumento | Favorevole |
Complessivo | Favorevole |
*Variazione della popolazione negli anni
Il richiamo della Poiana è un querulo “pii-eeh”, che gli individui sono soliti emettere durante le loro piroette in volo. Intenso e a tratti greve, quasi si trattasse di un potente e profondo lamento, il canto della Poiana le vale il nome latino, “Buteo buteo”, che deriva dal greco “buzo”, ossia “uccello che grida intensamente”.