POLLO SULTANO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliPOLLO SULTANO

NOME SCIENTIFICO: Porphyrio porphyrio
 

Il Pollo sultano è ritornato. Solo da pochi anni i grandi scenari delle zone umide siciliane contemplano nuovamente uno dei più belli e colorati abitanti delle zone palustri mediterranee, simbolo storico della fauna selvatica dell’isola, purtroppo estinto sul finire degli anni Cinquanta, perseguitato da una caccia indiscriminata e dalla progressiva scomparsa del suo habitat. Merito di una collaborazione scientifica di alto livello fra Ispra e Lipu che ha portato nel 1996 all’avvio del progetto di reintroduzione. Segno che tutelare e ripristinare la fauna selvatica perduta è possibile…

 

Ordine: Gruiformes   Famiglia: Rallidae

In Sicilia, la notizia della sua estinzione risale agli anni Cinquanta, quando oppresso da una caccia indiscriminata e dalla progressiva scomparsa dell’habitat originario di nidificazione il Pollo sultano aveva abbandonato per sempre la Sicilia. Così si temeva, fino a che, nel 1996, la Lipu e l’Ispra  hanno costruito un ambizioso progetto per la reintroduzione di questa magnifica specie sull’isola.

Dal piumaggio coloratissimo, ma soprattutto dalle tonalità turchese venate di porpora, il Pollo sultano resisteva fino all’avvio del progetto autonomamente nella sola Sardegna. Dopo i primi rilasci ci furono le prime nidificazioni, quindi il tentativo di ricostituire una popolazione selvatica in Sicilia ha dato buoni frutti, avviandosi verso un sicuro successo. Tuttora piuttosto ristretta, l’area di presenza di questa specie sedentaria-erratica in Italia comprende le isole maggiori come la porzione orientale della Sicilia, più una serie di siti disseminati lungo le coste sarde.

Gli esemplari – 104 in tutto – reintrodotti in Sicilia tra il 2000 e il 2003 provenivano dalla Spagna, altra importantissima area di nidificazione per la specie nel Mediterraneo hanno. Dalla popolazione iniziale reintrodotta si è passate alle oltre 70 coppie attualmente nidificanti.

Amante di stagni, zone paludose e aree umide in genere, il Pollo sultano si osserva spesso al tramonto, quando si avventura in passeggiate solitarie. Le zampe sono piuttosto lunghe, dotate di “dita” che permettono alla specie di arrampicarsi senza difficoltà tra i canneti e la fitta vegetazione delle aree palustri. Lungo circa 47 cm, il Pollo sultano si riproduce tutto l’anno – la femmina depone dalle 2 alle 6 uova – con due “picchi” tra marzo-aprile e ottobre-novembre.

Prospettive

La tutela delle aree umide residue nel nostro Paese e la messa al bando della persecuzione diretta hanno fortunatamente invertito una tendenza che rischiava di veder scomparire per sempre il Pollo sultano anche dalle sue ultime roccaforti. Il buon esito del progetto di reintroduzione in Sicilia, poi, lascia ben sperare rispetto alla ripresa di una popolazione selvatica in grado di autosostenersi.

Qui, attualmente, l’area in assoluto più importante per la specie è la Riserva Naturale Oasi del Simeto, che ospita circa il 90% della popolazione nidificante sull’isola. Confortante è però soprattutto la tendenza delle coppie insediate sull’isola a espandersi e a colonizzare nuove aree potenzialmente idonee, consolidando la presenza nelle aree di rilascio e, contestualmente, diffondendosi a buona parte di quello che doveva essere l’originario areale di nidificazione.

Riguardo alla Sardegna, il Pollo sultano ha una densità media pari a una coppia ogni 25 ettari. Mantenere un’adeguata “connessione ecologica” tra queste aree rappresenta un fattore cruciale per la conservazione della specie, le cui popolazioni appaiono altamente frammentate, mentre la sopravvivenza delle stesse appare legata al mantenimento di continui flussi di individui tra le diverse zone, in modo che locali estinzioni siano più che compensate da nuove ricolonizzazioni.

Pur non essendo possibile, data la mancanza di dati sufficientemente approfonditi su parametri demografici e riproduttivi, calcolare un Valore di Riferimento Favorevole, è comunque utile fornire alcune indicazioni per la conservazione della specie, necessarie per confermare il trend positivo della popolazione sarda e per non disperdere, col tempo, gli importantissimi risultati raggiunti in Sicilia. A questo proposito, occorre anzitutto mantenere popolazioni vitali nei principali areali di presenza della specie (più corretto parlare di “meta-popolazioni”, cioè gruppi di singole popolazioni in comunicazione tra loro). Un obiettivo da perseguire tutelando ogni tipo di area umida, per quanto di piccole dimensioni, favorendo la creazione di “corridoi” tra le stesse e gestendole adeguatamente in modo da mantenere elevata l’idoneità per la specie.

Minacce

Tanto per citare un dato storico, le cronache parlano di 1.500 individui cacciati ogni anno nel solo Biviere di Lentini per l’intero Ottocento. Una situazione già di per sé intollerabile per la specie, a cui si sono aggiunti gli ampi progetti di bonifica che hanno ridotto ai minimi termini gli habitat adeguati per la specie, le zone umide. Una situazione che ha portato alla totale estinzione della specie in Sicilia, negli anni Cinquanta, e al largo declino della popolazione sarda, oggi stabile ma estremamente frammentata nei pochi habitat rimasti idonei.

Specie dall’ecologia estremamente specializzata e legata alle zone umide di pianura nell’area mediterranea, il Pollo sultano predilige ambienti umidi di acqua dolce o salmastra posti in prossimità della costa, di dimensioni preferibilmente inferiori ai 300 ettari e con una superficie di acque aperte prossima al 50% dell’intera estensione del sito. Vulnerabile alla bonifica e al disturbo ripetuto – pur essendo abbastanza confidente con l’uomo e questo spiega tra le altre cose l’alto numero di individui storicamente cacciati e cacciabili – il Pollo sultano risponde in modo molto favorevole agli interventi di protezione, come dimostra il buon successo del progetto avviato in Sicilia.

Pur essendo adattabile anche a zone umide particolarmente ristrette e isolate, una singola popolazione non riesce a tollerare, nel lungo periodo, un totale isolamento. Proprio la mancanza di connessione tra le varie zone umide in cui la specie nidifica (ad esempio in Sardegna), rappresenta uno dei principali elementi di preoccupazione per la persistenza dell’attuale popolazione di Pollo sultano nel nostro Paese.

Potenzialmente, la predazione al nido e dei giovani nelle prime settimane di vita può costituire un importante limite alla produttività della specie. I giovani, in particolare, escono presto allo scoperto, abbandonando il riparo offerto dalla densa vegetazione acquatica, e possono dunque essere facilmente predati. Tra l’altro, i dati raccolti sul tasso d’involo indicano un tasso di mortalità piuttosto elevato, che può raggiungere anche il 52%, mentre il successo riproduttivo è spesso  influenzato dalla presenza di predatori nei pressi del nido.

Stato di salute

Specie estremamente localizzata – il 90% della popolazione europea nidifica in non più di dieci siti – il Pollo sultano ha uno stato di conservazione sfavorevole in tutto il nostro continente. Dopo uno storico declino, la popolazione europea di Pollo sultano ha mostrato una confortante ripresa, registrata tra il 1970 e il 1990 e proseguita anche nel decennio successivo.

Ad oggi, la popolazione “comunitaria” stimata oscilla tra le 6.900 e le 7.400 coppie, e costituisce una frazione compresa tra il 21 e il 53% della popolazione continentale complessiva, che comunque, anche secondo le stime più favorevoli, non supera le 35mila coppie, pari al 24% della popolazione globale della specie. Secondo le stime più recenti, l’Italia ospita tra le 450 e le 600 coppie di Pollo sultano, con andamento sconosciuto, anche se alla luce delle rilevazioni più aggiornate le coppie nidificanti potrebbero essere anche 540-700, grazie ai risultati ottenuti in Sicilia.

Tutelata da uno specifico Piano d’Azione Nazionale e Internazionale, la specie è inclusa nell’Allegato I della Direttiva Uccelli ed è considerata “vulnerabile” dalla Lista Rossa Nazionale, mentre fin dal 1992 il Pollo sultano risulta tra le specie tutelate dalla legislazione venatoria. Con una popolazione pari all’8-10% di quella comunitaria e al 2-4% di quella complessiva, l’Italia ha un ruolo abbastanza importante nella conservazione del Pollo sultano, una specie piuttosto “errante” che porta probabilmente a una certa sottostima delle popolazioni effettivamente presenti, anche considerando che il Pollo sultano ama starsene nascosto tra canneti non sempre esplorabili.

Attualmente, sono sette i principali siti di presenza del Pollo sultano in Sicilia, con una popolazione nidificante – al 2007 – pari ad almeno una settantina di coppie, in progressiva espansione verso sud-ovest: Foce del Simeto, Ponte Barca, Saline di Priolo, Pantani di Pachino, Biviere di Gela, Saline di Siracusa e Lago di Pergusa. Più articolata la situazione in Sardegna, dove la popolazione, rispetto al minimo storico registrato tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Settanta – 50-100 coppie – ha conosciuto un successivo incremento, fino alle 450-600 censite alla fine degli anni Novanta. Un dato che non autorizza alla tranquillità rispetto alla situazione della specie sull’isola, data l’elevata frammentazione delle popolazioni e la probabile saturazione della capacità portante degli habitat riproduttivi.

Semaforo

La popolazione sarda di Pollo sultano, pure se localizzata e frammentata, mostra confortanti segni di ripresa. Lo stesso progetto di reintroduzione avviato qualche anno fa in Sicilia sembra aver dato i risultati sperati, portando al consolidamento delle nuove popolazioni nei siti di rilascio e a una progressiva ricolonizzazione dell’isola. Dati confortanti, che non cancellano però quelle che sono le più importanti minacce che ancora pesano sulla specie, sottratta alla persecuzione diretta ma non al declino dell’habitat. Pur tutelate, negli ultimi anni, e adeguatamente difese, queste zone appaiono ancora altamente vulnerabili e troppo frammentate. L’eccessiva frammentazione dei sistemi palustri costieri potrebbe mettere a repentaglio la connessione tra le diverse popolazioni, impedendo quegli scambi di individui tra un sito e l’altro che sono necessari al mantenimento nel lungo periodo di popolazioni vitali.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* in espansione favorevole
Popolazione in espansione favorevole
Habitat della specie localmente minacciato inadeguato
Complessivo   inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Piumaggio blu metallico, zampe e becco rosso corallo, il Pollo sultano si fa notare anzitutto per il suo regale aspetto. Anche udirne il canto può essere un’esperienza interessante, soprattutto verso il tramonto, quando questo gruiforme si avventura fuori dal canneto per cercare il cibo. Grave, misurato, interrotto da brevi gorgoglii, anche il richiamo…