POLLO SULTANO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliPOLLO SULTANO

NOME SCIENTIFICO: Porphyrio porphyrio
 

Il Pollo sultano è ritornato. Solo da pochi anni i grandi scenari delle zone umide siciliane contemplano nuovamente uno dei più belli e colorati abitanti delle zone palustri mediterranee, simbolo storico della fauna selvatica dell’isola, purtroppo estinto sul finire degli anni Cinquanta, perseguitato da una caccia indiscriminata e dalla progressiva scomparsa del suo habitat. Merito di una collaborazione scientifica di alto livello fra Ispra e Lipu che ha portato nel 1996 all’avvio del progetto di reintroduzione. Segno che tutelare e ripristinare la fauna selvatica perduta è possibile…

Prospettive

La tutela delle aree umide residue nel nostro Paese e la messa al bando della persecuzione diretta hanno fortunatamente invertito una tendenza che rischiava di veder scomparire per sempre il Pollo sultano anche dalle sue ultime roccaforti. Il buon esito del progetto di reintroduzione in Sicilia, poi, lascia ben sperare rispetto alla ripresa di una popolazione selvatica in grado di autosostenersi.

Qui, attualmente, l’area in assoluto più importante per la specie è la Riserva Naturale Oasi del Simeto, che ospita circa il 90% della popolazione nidificante sull’isola. Confortante è però soprattutto la tendenza delle coppie insediate sull’isola a espandersi e a colonizzare nuove aree potenzialmente idonee, consolidando la presenza nelle aree di rilascio e, contestualmente, diffondendosi a buona parte di quello che doveva essere l’originario areale di nidificazione.

Riguardo alla Sardegna, il Pollo sultano ha una densità media pari a una coppia ogni 25 ettari. Mantenere un’adeguata “connessione ecologica” tra queste aree rappresenta un fattore cruciale per la conservazione della specie, le cui popolazioni appaiono altamente frammentate, mentre la sopravvivenza delle stesse appare legata al mantenimento di continui flussi di individui tra le diverse zone, in modo che locali estinzioni siano più che compensate da nuove ricolonizzazioni.

Pur non essendo possibile, data la mancanza di dati sufficientemente approfonditi su parametri demografici e riproduttivi, calcolare un Valore di Riferimento Favorevole, è comunque utile fornire alcune indicazioni per la conservazione della specie, necessarie per confermare il trend positivo della popolazione sarda e per non disperdere, col tempo, gli importantissimi risultati raggiunti in Sicilia. A questo proposito, occorre anzitutto mantenere popolazioni vitali nei principali areali di presenza della specie (più corretto parlare di “meta-popolazioni”, cioè gruppi di singole popolazioni in comunicazione tra loro). Un obiettivo da perseguire tutelando ogni tipo di area umida, per quanto di piccole dimensioni, favorendo la creazione di “corridoi” tra le stesse e gestendole adeguatamente in modo da mantenere elevata l’idoneità per la specie.