PRISPOLONE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliPRISPOLONE

NOME SCIENTIFICO: Anthus trivialis
 

Abitante di pascoli e brughiere, il Prispolone costruisce il proprio nido al suolo, al riparo da occhi indiscreti. Piccolo ma resistente, l’Anthus trivialis non teme le temperature rigide e si è adattato facilmente a nidificare molto a nord. Pur essendo amante delle aree aperte, frequenta volentieri anche prati punteggiati da alberi e arbusti, dove si posa per godere di un punto di osservazione privilegiato. Da cui, infatti, domina il territorio sottostante, proteggendo i pulcini dai numerosi pericoli di questi ambienti, sempre pronto a lanciarsi in volo ad ali spiegate…

Prospettive

Gli studi relativi al Prispolone hanno messo a disposizione degli ornitologi una buona quantità di dati. In particolare, grazie a quelli relativi alla densità, è stato proposto un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) fissato in 4 coppie per 10 ettari, numero necessario a garantire la persistenza della specie nel medio-lungo periodo. Questo tenendo comunque presente che, localmente, in ambienti particolarmente adatti alla specie, si possono talora raggiungere anche le 6 coppie nella medesima superficie.

Viste le particolari esigenze ecologiche del Prispolone e l’instabilità che caratterizza i pascoli e radure, è necessario intervenire per mantenere in vita ambienti adeguati. La salute di questa specie dipenderà infatti dalla capacità di tutelare le aree boschive aperte, come il parco a larici o altri boschi pascolati o utilizzati in modo non intensivo.

Per fare fronte al problema dell’abbandono della pastorizia, può essere utile adottare misure di gestione atte a conservare le radure e le zone di transizione tra bosco e pascolo predilette dalla specie, in cui convivano vegetazione alta ed erbacea. Preservare tale ambiente intermedio tra boschi e aree aperte potrebbe infatti essere decisivo per consentire al Prispolone di nidificare e riprodursi.

Tra le azioni che potranno rivelarsi maggiormente utili, c’è sicuramente l’attività di monitoraggio delle popolazioni presenti in quelle aree in cui sono avvenute diminuzioni più significative, anche al fine di definire le cause dei cali sia demografici sia nella distribuzione. Il tutto tenendo presente anche i risultati provenienti dagli inanellamenti, utili per studiare i percorsi migratori del Prispolone. Gli esemplari rinvenuti in Italia sulle rotte per l’Africa, ad esempio, provenivano in particolare dalla regione baltica, ma anche dai Paesi dell’Europa centro-orientale (Germania, Repubblica Ceca) e da Olanda, Svizzera e Francia.