

RONDINE
NOME SCIENTIFICO: Hirundo rustica
L’estate volge al termine e gli stormi di rondini iniziano a posarsi sui fili della luce. Sono tante, agitate e rumorose, con il loro inconfondibile garrire. È il segnale che l’autunno è ormai alle porte e un nuovo lunghissimo viaggio sta per iniziare, alla volta degli immensi spazi africani. Migratori per eccellenza, questi piccoli Passeriformi bianchi e neri possono coprire fino a 11mila km per raggiungere i luoghi di svernamento. Ma le rondini sono anche il simbolo della primavera e il loro arrivo è il primo assaggio della bella stagione. Purtroppo sempre meno diffuse, tuttavia continuano a popolare i portici delle abitazioni, specie quelle di campagna, restando piacevoli compagne, oltre che la miglior protezione contro insetti e zanzare…
Minacce
Uno dei principali fattori che hanno determinato il declino della specie, a partire dagli anni Settanta, è stata certamente la minore disponibilità di insetti, dovuta al sempre più intensivo uso di pesticidi. Sono stati determinanti anche i cambiamenti nelle strutture agricole, che hanno visto un generale ammodernamento.
Le stalle tradizionali infatti stanno scomparendo, sostituite da grandi capannoni che ospitano centinaia di bovini. Al loro interno il clima è secco, non vi sono finestre o passaggi e spesso non vi è nessun appoggio per il nido: tutti fattori che allontano la Rondine e non ne favoriscono la nidificazione. Ma è in generale la distruzione di habitat idonei alla sosta notturna delle rondini (tra cui canneti, siepi, fossi e prati) a minacciare la specie.
Tra gli elementi indispensabili per la riproduzione della Rondine, oltre a un’abbondante disponibilità di insetti, c’è dunque un generale mantenimento della biodiversità – compreso il bestiame domestico – la cui perdita rappresenta una grave minaccia per una buona conservazione della specie.
A condizionare il successo riproduttivo intervengono poi le condizioni meteorologiche del periodo in cui vengono cresciuti i pulcini. Situazioni meteoclimatiche avverse determineranno senza dubbio un tasso di mortalità maggiore in questi ultimi. Tutt’altro che da sottovalutare è lo sforzo a cui le rondini vanno incontro quando si impegnano nella prima migrazione verso sud, in direzione del continente africano, dove si accingono a dover superare le barriere ecologiche rappresentate in prima battuta dal Mar Mediterraneo e poi dal Sahara.