SALTIMPALO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliSALTIMPALO

NOME SCIENTIFICO: Saxicola torquatus
 

Piuttosto tondeggiante, il Saltimpalo deve il suo nome all’abitudine di sostare in cima a pali, rametti e posatoi rialzati. È prevalentemente solitario, anche durante il periodo della migrazione. Quando è posato, muove in continuazione la coda e si concentra nella ricerca della preda. Non è solito compiere lunghi voli, essendo un migratore a corto raggio…

 

Ordine: Passeriformes  Famiglia: Muscicapidae

Il Saltimpalo predilige ambienti aperti e semi-aperti con vegetazione rada, come brughiere, praterie, campi incolti. Il suo habitat ideale è punteggiato di pietre e da recinzioni, muretti, siepi, arbusti o cespugli: tutti possibili posatoi sui quali gli individui si appostano durante la caccia. Il Saxicola torquatus  abita prevalentemente ad altitudini medie o medio-basse.

La specie, nel continente europeo, è diffusa principalmente nell’area occidentale e meridionale – Regno Unito, Irlanda e coste iberiche occidentali – zone che frequenta soprattutto durante il periodo dello svernamento. Le sue sottospecie si distribuiscono tra l’Africa nord-occidentale e meridionale, la Turchia, il Caucaso, la Russia e l’Asia centrale e occidentale. In Italia si concentra soprattutto nelle regioni settentrionali – Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta – con popolazioni anche in Toscana, Campania e Sicilia. In generale ha una diffusione piuttosto omogenea su tutto l’areale, fatta eccezione per le elevate altitudini dell’arco alpino alle quali, di solito, evita di spingersi.

Simile nell’aspetto allo Stiaccino, si differenzia da quest’ultimo per l’assenza del sopracciglio, una coda leggermente più lunga e un corpo più compatto. Il Saltimpalo raggiunge i 12-13 cm di lunghezza, 13 grammi di peso e 20-22 cm di apertura alare. Il maschio ha il capo prevalentemente nero, interrotto da un collare di tonalità biancastra. Il petto è tendente al castano con una macchia arancione al centro, mentre la gola è nera. Le ali sono marroni con una macchia bianca visibile anche quando l’individuo è in volo. La femmina presenta un piumaggio più sbiadito rispetto a quello del maschio e un sopracciglio bianco sporco appena accennato. Gli individui più giovani si caratterizzano per la tonalità bruna e da striature nere sulle parti superiori, mentre quelle inferiori sono grigio-bianche.

Il Saltimpalo si nutre di insetti, ragni e vermi catturati spesso sul terreno. Il periodo della riproduzione va da marzo ad agosto e la femmina depone in media due-tre covate. L’area di nidificazione è solitamente a livello del mare o raggiunge al massimo i 600 metri di altitudine. Il nido viene costruito in cavità del terreno utilizzando fili di erba, paglia, licheni e radici. La femmina depone 4-5 uova alla volta e nutre i pulcini con invertebrati e insetti.

Prospettive

La specie non è stata finora oggetto di particolari studi, se si fa eccezione per rare analisi condotte a livello locale. È quindi auspicabile l’avvio di indagini più approfondite sull’ecologia e gli andamenti quantitativi delle popolazioni dei saltimpali, che in diverse regioni italiane presentano un trend fortemente negativo.

Grazie ai dati disponibili, è stato possibile fissare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per il territorio nazionale. A scala locale il numero di individui ritenuto sufficiente per garantire la conservazione della specie è pari a 5 coppie ogni 10 ettari, mentre a scala di comprensorio il Valore di Riferimento Favorevole, a parità di superficie, si attesta sulle 15 coppie.

Le cause dei trend negativi di crescita che si registrano nella quasi totalità delle regioni italiane vanno ricercate principalmente in due fenomeni: fluttuazioni locali sul medio periodo, perdita o riduzione dell’habitat. Quest’ultimo dato è conseguenza di un’intensificazione o di un abbandono delle colture. Secondo i dati a disposizione, circa i due terzi delle uova covate si schiudono e il 70% circa dei pulcini nati riesce, successivamente, a raggiungere l’involo.

Al fine di garantire la sopravvivenza della specie è quindi auspicabile non alterare la gestione dei terreni agricoli mantenendo la pastorizia e le colture tradizionali, senza adottare metodi intensivi di coltivazione del suolo. È inoltre necessario mantenere intatti elementi marginali come gli arbusti, i muretti, le siepi o i cespugli isolati, luoghi privilegiati dal Saltimpalo come punti d’osservazione per individuare le prede a terra.

Minacce

Il Saltimpalo staziona prevalentemente ad altitudini medio-basse, ricercando ambienti aperti con vegetazione rada, quali brughiere e praterie, e prediligendo versanti asciutti e rivolti a sud. Questo dato è confermato dalle rilevazioni in provincia di Varese, dove la specie si distribuisce tra mosaici di coltivi (45,3%), prati (14,1%), rovi e arbusti (4,7%), frutteti e vigneti (1,6%). A quote più elevate sceglie i felceti e i ginestreti.

Considerato il tipo di habitat privilegiato dal Saltimpalo, uno dei principali problemi, che può potenzialmente minarne la conservazione, deriva dall’abbandono in ampie zone delle attività agricole. Tale fenomeno influirebbe sulle capacità di occupazione dei saltimpali in quanto porterebbe a un ritorno della vegetazione boschiva, che male si accorderebbe alle esigenze della specie.

Il mantenimento di aree destinate alla pastorizia e all’agricoltura estensiva risulta quindi essenziale per la sopravvivenza della specie, che qui nidifica e sverna. Allo stesso tempo, infatti, anche l’agricoltura intensiva – ad alto tasso di meccanizzazione – rappresenta un fattore di minaccia per il Saltimpalo, in quanto rende gli ambienti agricoli non idonei alla presenza di questa e altre specie di uccelli.

Le minacce che riguardano il Saltimpalo non sono, però, esclusivamente legate all’intervento umano. La specie, infatti, risulta molto sensibile alle temperature troppo rigide, che possono arrivare a minacciarne la sopravvivenza. Un altro pericolo è costituito dai predatori, soprattutto durante il periodo della riproduzione: circa il 15% delle perdite che avvengono all’interno del nido sono dovute ad animali che attaccano i pulcini o mangiano le uova.

Stato di salute

Il Saltimpalo è classificato come specie sicura nell’Unione Europea, e il suo stato di salute è ritenuto buono anche a livello continentale. Sulla specie non è stato redatto alcun Piano d’Azione Internazionale o Nazionale e il Saltimpalo non è incluso nella Lista Rossa Nazionale. Risulta non cacciabile ai sensi della legislazione venatoria vigente.

Nel ventennio compreso tra il 1970 e il 1990 la popolazione dell’Unione Europea ha subito un pesante declino, riequilibrato almeno in parte dalla crescita positiva fatta registrare nel decennio successivo. La popolazione Ue è ora stimata in 1.400.000-3.500.000 coppie, mentre quella continentale è pari a 2.000.000-4.600.000 coppie. Nidifica dunque entro i confini dell’Unione Europea, il 70-76% della popolazione del continente e il 5-24% della popolazione globale.

Nel 2004 in Italia nidificavano tra le 200mila e le 300mila coppie, ma già quattro anni dopo, nel 2008, le stime indicano un forte incremento, raggiungendo le 300mila-600mila coppie, pari al 12-14% della popolazione continentale. L’Italia riveste dunque un ruolo assolutamente rilevante nella conservazione della specie. Preoccupa però il decremento costante della popolazione registrato in anni più recenti in quasi tutte le regioni italiane, spesso accompagnato a un ridimensionamento dell’areale: un fenomeno che a livello locale si era già fatto sentire negli anni passati, con continue oscillazioni.

In provincia di Brescia, a inizio anni Ottanta, la popolazione di Saltimpalo ha fatto registrare un brusco decremento, pari circa al 40-50% delle coppie, a cui è seguita una breve ripresa, poi troncata da un nuovo declino nel 1984. A inizio degli anni Novanta il trend è tornato positivo, fino ad arrivare a una situazione di stabilità nel 2000. In provincia di Varese, l’andamento della popolazione è fluttuante, mentre l’areale, a causa della contrazione delle aree ad alta quota e all’abbandono di zone di brughiera, si è sensibilmente ridimensionato. In Piemonte e Valle d’Aosta, a metà anni Novanta, la distribuzione regionale si è ridotta del 35% rispetto al decennio precedente. In Toscana la popolazione, che si attesta tra le 5mila e le 20mila coppie, risulta fluttuante. A Napoli e dintorni, a cavallo di questo secolo, si è registrato un decremento pari all’9%, mentre in Sicilia la popolazione appare stabile.

Semaforo

Si segnalano locali decrementi soprattutto nelle regioni settentrionali, causati principalmente da una contrazione dell’areale di presenza le cui cause sono in larga parte ascrivibili, da un lato, all’abbandono dei terreni agricoli e, dall’altro, alla messa in atto di pratiche intensive di coltivazione del suolo che rendono l’ambiente agricolo non più idoneo per la vita di questa e altre specie.  

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* Stabile (contrazione locale) Favorevole
Popolazione Fluttuante Favorevole
Habitat della specie In diminuzione almeno locale Inadeguato
Complessivo   Inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni 

Canto

Il Saltimpalo intona il suo canto quando si trova sui suoi posatoi rialzati da terra e in maniera più incisiva, quando è impegnato nel volo nuziale. Il verso si caratterizza per due cinguettii acuti intervallati da due suoni simili a uno schiocco. Questo ripetersi irregolare di note doppie ricorda il canto della Passera scopaiola.