SPARVIERE - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliSPARVIERE

NOME SCIENTIFICO: Accipiter nisus
 

Prima si posa cautamente su un albero. Poi spicca il volo con un’impennata improvvisa e maestosa. Lo Sparviere è una specie elegante, dal becco azzurro e dai colori ricchi di sfumature che vanno a formare delle armoniche linee ondulate lungo il corpo, agile e snello. Durante l’attività di caccia insegue le sue prede all’interno del bosco. Vola vicinissimo al suolo, rasentando siepi e arbusti, fino a quando, improvvisamente, cambia direzione per sorprendere la preda, sulla quale si dirige perpendicolarmente, a tutta velocità. Successivamente lo Sparviere – dal greco “uccello che dilania” – divora le sue prede al riparo da occhi indiscreti, sminuzzandole col suo becco ricurvo…

 

Ordine: Falconiformes  Famiglia: Accipitridae

Piccolo rapace diurno dalle ali corte e dalla lunga coda, lo Sparviere, grazie alla sua struttura “aerodinamica”, vola agilmente tra i rami intricati dei boschi. Il corpo magro e slanciato, la testa piccola che termina con un becco elegante sono i suoi tratti distintivi. È un rapace di piccole dimensioni: la sua lunghezza non supera mai, di solito, i 30 cm, di cui 10 costituiscono la coda. Le sue ali invece sono ampie circa 16 cm, con un’apertura alare che può raggiungere i 60 cm.

La femmina supera il maschio sia per lunghezza sia per apertura alare. Gli adulti della specie sono di colore scuro cenerino nella parte superiore, mentre quella inferiore è bianca con linee ondulate e presenta striature rosso ruggine. La coda è grazie composta da sei fasce nere e all’estremità risulta bianca. Gli individui più giovani hanno tonalità più vicine al grigio e al bianco, con macchie trasversali su ventre e cosce. Durante la parata nuziale, il maschio e la femmina si cimentano in vertiginose picchiate seguite da brusche risalite.

Lo Sparviere è astuto e prudente allo stesso tempo. Grazie a queste sue caratteristiche riesce a cacciare con molta facilità, nascondendosi tra gli alberi per poi scagliarsi veloce contro la sua preda, cambiando repentinamente direzione durante il volo. Spesso disorienta le sue vittime che, una volta catturate, divora in luoghi riparati. I suoi nidi, ben nascosti e collocati non lontani dal suolo, sono composti da ramoscelli secchi che si fanno più fini nella parte interna e sono tappezzati con le penne della femmina. Ogni coppia di Sparviere può costruire più di un nido, che riutilizza nel corso del tempo. Le uova (3-5) sono covate per 33-35 giorni, dopodiché i giovani sono in grado di abbandonare il nido, anche se solitamente restano a lungo sotto la protezione dei genitori.

Lo Sparviere è diffuso in tutto il Paleartico, dalle coste occidentali europee all’Asia, fino al Giappone e al Medioriente. Le aree di svernamento si trovano in Europa sud-occidentale e raggiungono il Nord Africa. In Italia, è una specie nidificante sedentaria dall’arco alpino fino alle latitudini più estreme della penisola e delle due isole maggiori.

Prospettive

L’aumentata densità dei territori riproduttivi, registrata negli ultimi due decenni in numerosi comprensori italiani, delinea, a livello nazionale, un quadro complessivamente stabile e localmente in aumento, come diretta conseguenza di una riduzione del bracconaggio e della riforestazione in atto. Questi fattori mettono in evidenza un quadro positivo per lo Sparviere, nonostante siano quasi del tutto mancanti dati, riferiti a serie storiche pluriennali, sull’andamento demografico delle popolazioni.

Per contro, le densità riproduttive della specie sono relativamente ben conosciute, specialmente nelle regioni biogeografiche alpina e continentale. Poiché le densità in contesti ambientali idonei variano prevalentemente tra le 10 e le 24 coppie per 100 kmq, si può ritenere che una densità media di 10-12 coppie per 100 kmq sia un parametro soddisfacente a scala di comprensorio. Considerando ambienti forestali idonei alla specie si propone come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) una soglia di 20 coppie per 100 kmq. Questo dato può essere localmente superato, ma è in ogni caso indice di una situazione nel complesso favorevole per la specie. Per quanto riguarda i contesti sub-ottimali, si propone un valore di 5 coppie per 100 kmq.

Sul lungo periodo, in base ai dati a disposizione, la situazione per la specie si prospetta favorevole: le elevate densità riscontrate in contesti alpini, appenninici e planiziali permettono di prevedere anche nel futuro stabilità o ulteriori incrementi delle popolazioni. Ad oggi, mancano dati quantitativi sulla reale incidenza del bracconaggio a danno della specie e sulla problematica relativa l’impiego di organoclorati in agricoltura capaci di inquinare direttamente le reti trofiche a vari livelli.

Risulta inoltre necessario rilevare dati quantitativi più approfonditi provenienti da aree campione dell’Italia meridionale, sia per aggiornare le informazioni disponibili, sia per valutare se le basse densità riscontrate in queste aree siano dovute a problematiche ambientali specifiche oppure a una sottostima della reale consistenza delle popolazioni. Peraltro, lo Sparviere sembra mostrare una buona tolleranza alla presenza dell’uomo, nidificando anche in contesti peri-urbani e tollerando la vicinanza di strade e sentieri.

Minacce

Lo Sparviere sceglie, per la costruzione del nido, complessi boschivi collinari e montani di varia natura e composizione, con una netta predilezione per quelli con “chiazze” di conifere di 15-40 anni di età, in presenza di radure e aree aperte dove possa cacciare liberamente. A livello locale, la specie si rinviene anche in boschetti suburbani, boschi planiziali lungo le aste fluviali e di sclerofille in aree mediterranee.

Nel nostro Paese, la specie è diffusa tra i 500 e i 1.600 metri, ma può raggiungere i 1.930-1.950 metri nelle valli lombarde e in Valle d’Aosta. Nel nord Italia lo Sparviere sta incrementando il proprio areale riproduttivo nella fascia alpina e prealpina, anche vicino a contesti urbanizzati e parchi urbani come ad esempio il Parco Nord di Milano e il Parco regionale dei Colli di Bergamo.

In Italia, soprattutto in passato, lo Sparviere ha risentito negativamente dell’uso massiccio di antiparassitari cloro-organici in agricoltura, e della persecuzione diretta dovuta al bracconaggio. Oggi, in linea generale, la distribuzione delle coppie territoriali appare influenzata dalla presenza di fattori ambientali come la presenza di aree boschive sufficientemente fitte, che favoriscano la nidificazione, e dall’abbondanza di prede idonee (lo Sparviere predilige i Passeriformi).

L’abbandono di ampie porzioni di paesaggi legati all’agricoltura tradizionale ha quindi determinato, negli ultimi decenni, un forte incremento della superficie forestale a vantaggio della specie. Risulta tuttavia importante tutelare lo Sparviere in periodo riproduttivo, posticipando gli interventi silvicolturali a partire dalla terza settimana di luglio. Questa specie, infatti, può localmente essere minacciata da trasformazioni ambientali permanenti o durature legate allo sfruttamento indiscriminato delle risorse agrosilvopastorali in ambiti forestali. Per questo l’apertura di nuove strade, la frammentazione degli habitat e gli interventi silvicolturali sono potenziali fattori di minaccia.

Anche gli elettrodotti e altri cavi sospesi in aree forestali – fili a sbalzo e teleferiche per trasporto del legname – e agricole possono rappresentare un pericolo mortale per lo Sparviere. Mentre operazioni di esbosco condotte in periodo riproduttivo – anche se di lieve entità – possono provocare l’abbandono dei nidi. A questo fine è importante prevedere aree di rispetto nell’arco di almeno 100 metri dai siti noti di nidificazione. Nel corso di tagli produttivi del bosco è consigliabile evitare i pericolosi fili a sbalzo sostituendoli con l’impiego di gru a cavo, meno impattanti per questa ed altre specie di uccelli legate agli ambienti forestali.

Stato di salute

Attualmente lo Sparviere è classificato come specie sicura in tutta l’Unione europea. Prendendo in considerazione la popolazione riproduttiva europea, che conta oltre 340.000 coppie, si delinea una situazione nel complesso positiva, con un incremento particolare riscontrato tra gli anni ’70 e ’90. In alcuni Paesi si è registrato un leggero declino tra il 1990 e il 2000, ma la popolazione è stabile con incrementi demografici in alcune zone dell’Europa e della Russia.

In Italia si contano tra le 2.000 e le 4.000 coppie. Il trend è positivo, con una tendenza sia all’incremento numerico sia all’espansione dell’areale. Tali aumenti sembrano particolarmente marcati nelle bioregioni alpina e continentale.

In Pianura Padana, ad esempio, si è assistito negli ultimi anni a una forte espansione dello Sparviere lungo ambienti golenali degli affluenti del Po, ma anche in pioppeti e boschi suburbani. Anche nell’area mediterranea l’andamento della popolazione è stabile, e localmente in aumento: in Sicilia, ad esempio, la specie ha recentemente colonizzato alcuni rimboschimenti maturi, da cui in precedenza era assente. 

Lo Sparviere non è inserito nella Lista Rossa Nazionale. Risulta comunque specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).

Semaforo

Nel complesso lo Sparviere è una specie in espansione, con una popolazione tendenzialmente stabile e localmente in incremento. I buoni valori di densità riscontrati nelle bioregioni alpina e continentale disegnano un quadro favorevole per la specie nel nostro Paese. Anche l’habitat idoneo risulta in incremento, in conseguenza della riforestazione in atto in molte parti della Penisola .

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* In espansione Favorevole
Popolazione Complessivamente stabile/ in aumento Favorevole
Habitat della specie In aumento Favorevole
Complessivo   Favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Lo Sparviere emette grida acute in rapida successione. Queste sonorità sono prevalentemente udibili nel periodo primaverile nelle vicinanze di aree di nidificazione. Il suo stridulo verso richiama l’attenzione dei pulcini in caso di pericolo, ma può anche diventare un segnale di minaccia contro le prede, che questo rapace afferra lesto per poi divorarle a piccoli bocconi.