SPIONCELLO
NOME SCIENTIFICO: Anthus spinolettaLo Spioncello ama viaggiare in gruppo: in primavera, prima di migrare verso le zone di nidificazione in alta montagna (sopra il limite degli alberi), si raduna con altri suoi simili, per far provviste di cibo prima di intraprendere il viaggio. È difficile distinguere maschio e femmina, entrambi dal piumaggio grigio-bruno e ventre bianco panna. Corpo sottile e slanciato, becco appuntito, lo Spioncello sembra altero sino a quando non si muove: eccolo allora dondolare il capo e muovere la coda in senso orizzontale, rivelando di sé un aspetto buffo e istrione…
Ordine: Passeriformes Famiglia: Motacillidae
Lo Spioncello è il più grande tra tutte le specie del genere Anthus . Lungo circa 16 centimetri, ha zampe nere, piumaggio di colore grigio con ventre più chiaro. Europa, Asia e Africa del Nord sono i territori in cui vive e nidifica. Si nutre di insetti, che cattura camminando tra gli affioramenti rocciosi in cui vive in estate o tra i banchi di fango, o tra alghe galleggianti in inverno, quando può frequentare anche le zone umide in pianura.
Verso la metà di maggio si formano le coppie. Una volta scelto il proprio partner, lo Spioncello si dedica alla costruzione del nido, che situa in posti anche molto diversi per consistenza e materia: nelle fenditure delle rocce, ma anche tra erbe o cespugli di mortella e rododendro. All’esterno, il nido è composto da fili d’erba e rametti, mentre internamente è foderato di muschio e piume. La femmina depone solitamente 5-6 uova di colore grigio, che cova per circa due settimane. I pulcini lasciano il nido dopo alcuni giorni, non appena sono in grado di volare da soli.
Lo Spioncello nidifica alle latitudini medie e medio-basse del Paleartico occidentale ad altitudini importanti, spingendosi sino ai 3.000 metri; mentre raramente scende al di sotto dei 1.500 metri. Predilige zone con vegetazione erbacea sparsa, massi e terreno nudo, oppure praterie montane umide, aree al limite della vegetazione arborea.
In inverno scende di quota, sino a frequentare anche pianure, rive di fiumi e laghi, campi coltivati e formando gruppi piuttosto numerosi, anche di qualche centinaio di individui. Sull’arco alpino occupa pascoli, brughiere e praterie d’altitudine caratterizzate dalla presenza di vegetazione bassa e rada, detriti rocciosi sparsi e ruscelli, tra i 1.500 e i 2700 metri, con maggior frequenza tra i 1.700-1.800 metri e i 2.200-2.300 metri di quota.
Cambiamenti climatici e abbandono degli alpeggi possono esercitare un impatto negativo sulla specie. Ad oggi, sono le popolazioni più meridionali e quella sarda ad apparire più vulnerabili a questi potenziali fattori di minaccia, nonostante un quadro di complessiva stabilità delle popolazioni.
Sarebbe perciò opportuno monitorare l’andamento delle popolazioni principali e avviare indagini mirate sull’effetto dei cambiamenti ambientali, con particolare riferimento sia ai cambiamenti riscontrati nelle modalità di gestione degli alpeggi sia agli effetti del riscaldamento globale, i cui effetti sembrano particolarmente impattanti proprio negli ambienti di alta quota.
Ad oggi, non sono state tuttavia effettuate indagini sufficientemente generali e approfondite sul trend delle popolazioni, salvo contributi a carattere prevalentemente locale e legati alla densità riproduttiva in diversi tipi di ambienti. Ciononostante, considerando i valori di densità noti, si può ipotizzare che una densità di 30 maschi territoriali per kmq possa costituire una soglia soddisfacente, tenendo presente che in condizioni particolarmente idonee tale valore può comunque essere superato.
Nella bioregione mediterranea sarebbe possibile individuare popolazioni per le quali calcolare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV). Tuttavia, l’assenza di dati relativi ai principali parametri demografici e riproduttivi non consente di fissare queste soglie su basi scientificamente fondate.
Nel complesso, la specie non appare soggetta a particolari fattori di minaccia. Tuttavia, l’abbandono dei pascoli e dei prati da sfalcio in montagna – che insiste tuttavia più sulla fascia altitudinale inferiore rispetto a quella preferita dalla specie – e l’innalzamento del limite della vegetazione arborea possono sottrarre habitat idonei allo Spioncello. Gli effetti di questi cambiamenti ambientali sulla specie appaiono tuttavia al momento difficilmente valutabili, in assenza di indagini mirate.
Da questo punto di vista, è essenziale avviare un monitoraggio approfondito delle popolazioni principali della specie, correlando i dati alle eventuali conseguenze di cambiamenti ambientali dovuti, da un lato, alla modifica delle attività agro-silvo-pastorali – con l’abbandono di molte aree – dall’altra ai cambiamenti climatici in atto, che insistono particolarmente sull’ambiente montano a cui questa specie è legata.
Per il resto, gli ambienti idonei alla specie sono relativamente stabili e ben conservati, anche se non mancano ulteriori fattori di minaccia prevalentemente di origine antropica. Tra questi vi sono lo sfruttamento delle praterie montane a scopo turistico; le alterazioni nei confronti dell’habitat dovute alla costruzione di impianti di risalita. Il turismo arreca inoltre disturbo acustico, particolarmente impattante in periodo riproduttivo.
Lo Spioncello è classificato come specie sicura in tutta l’Unione europea, con stato di salute favorevole anche a livello continentale. Nel complesso, si registra stabilità della popolazione nidificante nell’Unione europea nel periodo 1970-1990, proseguita nel periodo 1990-2000. Anche stime più recenti relative all’abbondanza del contingente nidificante indicano valori in generale incremento rispetto a quelli registrati all’inizio degli anni Duemila.
La popolazione nidificante nei territori dell’Unione europea è attualmente stimata in 130.000-320.000 coppie; mentre quella italiana, in anni precedenti quantificata in 30.000-70.000 coppie, è ora valutata in 70.000-150.000 coppie. Il 16-20% della popolazione continentale e una frazione inferiore al 5% della popolazione globale della specie nidificano nei territori dell’Europa “comunitaria”.
La popolazione italiana è pari a circa il 50% di quella dell’Unione europea e a circa il 10% di quella continentale complessiva. Il ruolo dell’Italia relativamente alla conservazione di questa specie è pertanto di notevole importanza in Europa. In territorio italiano la popolazione appare stabile, anche se con alcune fluttuazioni registrate a livello locale.
Sono tuttora scarsi, tuttavia, i dati disponibili per le diverse regioni biogoegrafiche. In Lombardia la specie è riportata stabile. In Toscana la specie appare concentrata nel settore appenninico settentrionale: qui trascorre l’inverno nelle isole di Capraia, Gorgona, Elba, Pianosa. In Sardegna, sui monti del Gennargentu, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 sono state stimate dalle 40 alle 60 coppie.
Ad oggi, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. Lo Spioncello non è stato considerato nella Lista Rossa Nazionale, ma risulta tra le specie non cacciabili ai sensi della legislazione venatoria (157/92).
Nel complesso, lo Spioncello mostra uno stato di conservazione relativamente soddisfacente sia nell’Unione europea sia nel nostro Paese, che ospita una percentuale importante dell’intera popolazione comunitaria e continentale. Mancano tuttavia dati sufficienti sui parametri demografici e riproduttivi delle popolazioni, su cui potrebbero pesare gli effetti dei cambiamenti climatici in atto e le modifiche nella gestione dei pascoli di alta montagna.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | Stabile | Favorevole |
Popolazione | Non stabile la popolazione mediterranea | Inadeguato |
Habitat della specie | Verosimilmente stabile nel complesso | Favorevole |
Complessivo | Inadeguato |
* Variazione della popolazione negli anni
Bioregione alpina e continentale
La situazione è nel complesso favorevole. Tuttavia, i nuclei che popolano la zona più a sud dell’Appennino appaiono maggiormente vulnerabili alle modificazioni dell’habitat.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | Stabile | Favorevole |
Popolazione | Complessivamente stabile? | Inadeguato |
Habitat della specie | Verosimilmente stabile nel complesso | Favorevole |
Complessivo | Inadeguato |
* Variazione della popolazione negli anni
Bioregione mediterranea
In quest’area la situazione appare meno favorevole alla specie. Questo a causa dell’isolamento di diverse popolazioni e della loro consistenza ridotta, uniti anche qui ad una crescente vulnerabilità degli ambienti idonei.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | Complessivamente stabile | Favorevole |
Popolazione | Stabile ma ridotta, nuclei isolati | Inadeguato |
Habitat della specie | Stabile ma vulnerabile | Inadeguato |
Complessivo | Inadeguato |
*Variazione della popolazione negli anni
“Bs-bs”: un sottile e gradevole fischio, soprattutto durante il volo nuziale, caratterizza il canto dello Spioncello. La sonorità è simile a quella emessa dalla Pispola, ma con cadenza meno frequente e tonalità più grave.