STRILLOZZO
NOME SCIENTIFICO: Emberiza calandraTozzo e massiccio, dal becco e dal canto inconfondibile, lo Strillozzo è presente in tutto il vecchio continente, dall’Atlantico al Pacifico. Dal colore simile a quello delle spighe mature, suo principale alimento, lo si può osservare spostarsi da un alto posatoio a un ramo aguzzo, mentre si esibisce senza sosta in lunghi “concerti”. Eccolo quindi, in caso di pericolo, rifugiarsi lesto tra siepi e cespugli, formazioni essenziali per la vita di questa specie…
Stato di salute
Lo Strillozzo è attualmente classificato come in declino nell’Unione europea, con stato di salute sfavorevole anche a livello continentale. La popolazione globale della specie è relativamente concentrata ad est degli Urali, mentre ben il 32-36% della popolazione continentale della specie – pari a 7.900.000-22.000.000, in declino – e una frazione compresa tra il 5% ed il 24% di quella complessiva nidifica all’interno dei territori dell’Europa a 27.
Nel complesso, si registra stabilità della popolazione nidificante nell’Unione europea nel periodo 1970-1990, seguito da moderato declino nel periodo 1990-2000. La popolazione “comunitaria” è stimata in 15.000.000-33.000.000 coppie, quella italiana in 200.000-600.000 coppie, in calo.
La popolazione italiana è pari a poco meno del 2% di quella dell’Unione europea; stante comunque il declino mostrato dalla specie, nonché l’importanza delle popolazioni sud-europee, la tutela dello Strillozzo in Italia riveste una certa importanza dal punto di vista conservazionistico. La popolazione nazionale è infatti una delle più importanti dell’Europa meridionale e occupa una posizione centrale in direzione est-ovest nell’areale della specie.
Ad oggi, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. Lo Strillozzo non è stato considerato nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).