STROLAGA MINORE
NOME SCIENTIFICO: Gavia stellataUccello acquatico dal piumaggio argentato che può raggiungere in volo aperture alari superiori ai 115 cm. Particolarmente elegante nella “livrea nuziale”, quando capo e dorso assumono particolari colorazioni, rispettivamente, di grigio e grigio-bruno, mentre il collo si presenta rossastro nella parte inferiore. Ma sui nostri cieli la Strolaga minore arriva solo d’inverno, quando il piumaggio è più simile a quello delle altre strolaghe. Paludi costiere e linee di costa sono per lei un rifugio sicuro, anche se a scegliere l’Italia, su una popolazione continentale non molto inferiore al milione di coppie, sono appena una 50-100 individui…
Ordine: Gaviiformes
Famiglia: Gavidae
La Strolaga minore vive e nidifica nell’Europa settentrionale. L’Italia costituisce occasionalmente zona di passaggio, durante il viaggio della migrazione. Più spesso, il nostro Paese viene scelto come area di svernamento, peraltro da appena una 50-100 individui, presenti a stagioni alterne e occasionalmente del tutto assenti.
Gaviforme di medie dimensioni – la lunghezza media è attorno ai 60 cm mentre ad ali spiegate la larghezza della Strolaga minore può anche superare i 115 cm – la Strolaga minore è una specie sostanzialmente acquatica e marina. Nelle aree di nidificazione predilige infatti le coste marine e i grandi laghi interni di Russia, Paesi scandinavi, Islanda, Isole Svalbard e Far Oer, oltre all’estremo nord delle Isole britanniche.
In grado di tuffarsi con grande abilità, si nutre principalmente di pesci, ma anche molluschi e crostacei, particolarmente abbondanti nelle pescose acque dei mari del nord. Anche in Italia la specie sceglie le aree umide, alcuni tratti dei fiumi più importanti, principalmente il Po, oltre ad ampi tratti costieri dell’Alto Adriatico e anche dell’Alto Tirreno.
Il suo arrivo sui cieli italiani coincide con l’inizio dell’autunno, per la verità in un periodo piuttosto lungo che va dalla fine di agosto alla fine di ottobre. Già a febbraio i primi individui ripartono per il nord, mentre a partire da maggio la Strolaga minore è praticamente assente dai nostri cieli e, più in generale, dall’intera Europa meridionale.
Trattandosi di una specie esclusivamente svernante e migratrice, le principali azioni di conservazione devono essere indirizzate, in Italia, al mantenimento di condizioni favorevoli alla sosta e allo svernamento nelle aree di presenza più regolare. Ciò non toglie che il numero assoluto degli individui presenti, nonché il trend generale della popolazione svenante, possa essere grandemente influenzato da una molteplicità di altri fattori, la maggior parte dei quali esterni al nostro Paese.
Restano in ogni caso da approfondire le fasi del ciclo vitale che la Strolaga minore completa in Italia. Questo potrebbe essere d’aiuto per comprendere i fattori potenzialmente prioritari in grado di influenzare la presenza della specie, di cui non risulta comunque possibile stabilire un target di conservazione.
Particolarmente importante è certamente la tutela dei corpi idrici – laghi e aree costiere – scelti da questa specie come luoghi di svernamento, difendendoli dall’inquinamento, dal disturbo umano, dall’eccessivo sfruttamento turistico, da interventi di regimazione o sistemazione degli argini non sempre rispettosi delle esigenze ecologiche di questa ed altre specie.
Le condizioni meteorologiche dell’Europa centrale possono comunque influenzare moltissimo l’eventuale presenza di individui svernanti nel nostro Paese. In particolare le condizioni riscontrate nei siti di svernamento oltralpe, che potrebbero addirittura influire di più, sulla presenza della Strolaga minore in Italia, rispetto al reale stato di salute della specie a livello continentale.
Durante la nidificazione la Strolaga minore frequenta acque poco estese e poco profonde, siano esse nei pressi di lagune costiere, grandi laghi o baie marine riparate. La specie sembra intollerante alla densa vegetazione acquatica, così come a stagni poco ricchi di “risorse trofiche” – cioè di cibo – che spesso costringono la Strolaga minore a spostamenti anche consistenti per raggiungere aree più estese e pescose.
Probabilmente, la persecuzione diretta è stata la principale ragione del declino della specie osservato durante il Novecento. Come altre specie legate alle zone umide, la Strolaga minore è poi minacciata da oscillazioni del livello idrico durante il periodo di nidificazione, ma anche – e questo anche al di fuori del periodo riproduttivo – dall’acidificazione delle acque e dall’inquinamento da metalli pesanti.
Sfavorita dalla riforestazione delle aree umide e delle brughiere circostanti, la specie si dimostra inoltre molto sensibile al disturbo da parte dell’uomo, dai lavori di sistemazione delle sponde lacustri fino alla semplice presenza di turisti nei pressi dei siti di nidificazione o svernamento. Sia sulle nostre coste che nei grandi mari del nord dove costruisce il nido, la specie è inoltre minacciata dall’inquinamento da idrocarburi, mentre le stesse pale eoliche – almeno quelle poste offshore in nord Europa – qualora disposte nei pressi dei siti di foraggiamento, possono rappresentare un forte ostacolo alla presenza della specie.
Infine le catture accidentali di reti da pesca, non infrequenti data l’abitudine della specie di concentrarsi in gran numero nelle aree più pescose, per alimentarsi.
La Strolaga minore è una specie rara nell’intera Unione Europea e minacciata a scala continentale. Dopo un moderato declino nel periodo 1970-1990, le popolazioni “comunitarie” hanno conosciuto un periodo di relativa stabilità, anche se la loro consistenza si è assestata abbondantemente al di sotto della diffusione storica della specie.
Tutelata dalla Direttiva Uccelli e – in Italia – specie particolarmente protetta dalla legislazione venatoria, la popolazione di Strolaga minore non dovrebbe superare le 3-4000 coppie in tutta l’Unione Europea, pari a una frazione molto modesta – meno del 10% – della popolazione continentale complessiva, che potrebbe raggiungere anche le 920mila coppie. Almeno 51mila individui ogni anno svernano entro i confini dell’Europa a 25, di cui appena una cinquantina – o forse meno – in Italia.
Un dato in realtà da approfondire, in quanto il numero di individui svernanti è assolutamente irregolare, con annate di assenza intervallate ad altre con consistenza variabile. Per esempio, nel periodo 1991-95 è stata stimata una media di 23 individui svernanti l’anno, passati a 28 tra il 1996 e il 2000. Il picco massimo, 47, è stato raggiunto nel 2000.
Per la verità si tratta di dati in linea con la progressiva irregolarità dello svernamento man mano che si procede verso sud. Non a caso, i siti principali in cui è stata osservata la Strolaga minore in Italia corrispondono ad aree relativamente fredde come l’Alto Adriatico e l’Alto Tirreno. Solo occasionalmente – per esempio 19 individui eccezionalmente svernanti a Gallipoli nel 1998 – la specie si è mostrata in numero significativo più a sud.
Per un totale di 12 siti di presenza accertata – secondo i dati del 2003 – è comunque fuori luogo azzardare valutazioni sulla tendenza della popolazione, poco significativa, in termini numerici, rispetto all’intero contingente svernante nell’Unione Europa. Molto probabilmente la popolazione totale non ha mai superato i 50 individui, per lo più concentrati in lagune costiere.
La Strolaga minore è una tuffatrice formidabile. In acqua, può scendere anche fino a diversi m di profondità, per catturare pesci, crostacei e molluschi. Proprio la tipica concentrazione di individui durante le fasi di alimentazione può essere l’occasione ideale per udire il richiamo di questa specie, comunque rarissima in Italia e presente esclusivamente d’inverno.