SUCCIACAPRE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSUCCIACAPRE

NOME SCIENTIFICO: Caprimulgus europaeus
 

Protagonista della tradizione popolare – che addirittura gli ha talvolta attribuito il potere di transitare le anime nell’aldilà – il Succiacapre è un uccello notturno. Sono probabilmente dovute a questo – unite a un canto particolarmente penetrante e insistente – le leggende sul conto di questo uccello, che per la verità deve il proprio nome italiano ai pastori i quali, vedendolo posato in mezzo al gregge – intento a cacciare i numerosi insetti che circondano gli escrementi – credevano che succhiasse il latte delle capre.

Prospettive

Il mantenimento di aree con vegetazione arborea rada deve essere considerato un elemento primario per la conservazione del Succiacapre. Anche i boschi artificiali costituiscono una valida alternativa, purché le piante siano opportunamente distanziate e ciclicamente tagliate, in quanto la specie evita accuratamente le aree con vegetazione troppo fitta.

Le stesse superfici aperte devono essere grandi almeno 0,7 ettari – secondo studi effettuati ad esempio nella vicina Austria – per costituire un idoneo terreno di caccia, mentre altrove (per esempio in Inghilterra) è stato osservato come l’urbanizzazione abbia conseguenze fortemente negative sulla presenza della specie, la quale risente invece positivamente di una buona disponibilità di boschi intorno alla brughiera. Alle nostre latitudini, è stato osservato come in area alpina il Succiacapre preferisca boschi di querce a pinete e vigneti, probabilmente a causa della scarsa disponibilità di falene che si trova in questi ultimi, e della vegetazione della pineta certamente troppo fitta.

L’alta densità di falene – principale alimento tra gli insetti – costituisce probabilmente un fattore determinante al pari della disponibilità di habitat idoneo. Interrompere il declino della specie e garantire la conservazione di popolazioni consistenti su aree relativamente estese deve essere l’obiettivo immediato da perseguire per una popolazione in continuo decremento in termini di consistenza numerica e areale distributivo.

A livello locale, in ambienti particolarmente idonei, è stata stimata una densità ottimale in 20-30 coppie per 100 ettari, almeno 5 coppie in ambienti a mosaico meno idonei. Lo stesso valore può essere adottato a scala di comprensorio, in ambienti particolarmente favorevoli, mentre in habitat meno idonei la densità del Succiacapre non dovrebbe comunque scendere al di sotto di una coppia per km quadrato. Tali soglie possono essere trattate come Valori di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie per la conservazione di popolazioni stabili, specialmente in singole aree protette o singoli settori regionali ad elevato – o comunque accettabile – grado di idoneità ambientale.