TORCICOLLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliTORCICOLLO

NOME SCIENTIFICO: Jynx torquilla
 

Il Torcicollo è l’uccello con la lingua più lunga: fino a 12 centimetri, pari a circa i due terzi del corpo . Ma non è questa la sola caratteristica fisica o comportamentale capace di renderlo una specie unica. Il nome italiano deriva, infatti, dall’atteggiamento caratteristico, che lo vede allungare il collo, gonfiare le penne della testa e muoversi lentamente avanti e indietro: il predatore crede di avere a che fare con un pericoloso serpente e spesso abbandona l'attacco. Il piumaggio estremamente mimetico del Torcicollo ne rende difficile l'avvistamento e di conseguenza il segnale principale del suo arrivo in primavera è rappresentato da suo caratteristico richiamo, per certi versi simile a una sorta di "risata".

 

Ordine: Piciformes

Famiglia: Picidae

Pur appartenendo alla famiglia dei Picchi, il Torcicollo non possiede alcune abitudini comportamentali tipiche: non tambureggia, non si arrampica verticalmente sui tronchi, non scava il legno per procurarsi il cibo né per costruirsi il nido. È lungo circa 20 centimetri e ha un’apertura alare di 31 centimetri.

Il piumaggio è screziato e dominato dai colori grigi e bruni, il ventre è più chiaro, le piume del vertice del capo erettili. Presenta un becco più corto che negli altri Picidi e di forma conica, coda lunga e arrotondata, ma non rigida come nei picchi tipici. Piedi come nei picchi: due dita avanti e due dietro. Volo ondulato come quello delle allodole. A differenza degli altri picchi, il Torcicollo cerca il cibo sul terreno e la sua alimentazione è strettamente insettivora.

Frequenta ambienti alberati caratterizzati però dalla presenza di ampi spazi aperti come parchi urbani, frutteti, incolti alberati, boschi radi. La nidificazione ha luogo nelle cavità naturali degli alberi o nei nidi abbandonati scavati dai picchi. Qui la femmina depone di solito una sola covata formata da 7 a 11 uova che si schiudono dopo circa 2 settimane di incubazione. Dopo altre 3 settimane i piccoli ormai svezzati abbandonano il nido.

Le distanze percorse non scendono sotto i 500 chilometri, ma un buon numero supera anche i 2.000 chilometri dai siti di inanellamento, confermando gli estesi spostamenti che rendono questa specie certamente unica nell’ambito dei Picidi europei. Il contributo di pulcini marcati in Finlandia viene confermato da questa carta, che mostra come le ricatture di questi uccelli si concentrino soprattutto nel nord-est e quindi a sud, tra Puglia e Calabria.

L'area primaria di origine dei Torcicolli esteri è localizzata nella Finlandia meridinale ed il Baltico, mentre seconda per importanza risulta essere quella incentrata in zone continentali dell’Europa orientale. Limitate le segnalazioni dall’Italia verso l’estero, dalla Spagna occidentale ad ovest, alla Francia, e sino alla Bulgaria ad est, un Paese quest’ultimo caratterizzato da rari casi di connettività con l'Italia.

Prospettive

La specie è ampiamente studiata per quanto riguarda la sua distribuzione ed ecologia ma mancano dati quantitativi e stime di popolazione per alcune regioni meridionali (in particolare Calabria, Campania e Basilicata).

Per gli ambienti agroforestali più idonei e meglio conservati, si propone come FRV un valore di 5 coppie per chilometro quadrato a scala di comprensorio (tale valore può essere superato a scala locale in condizioni particolarmente idonee). Se particolarmente favorito, il Torcicollo può anche superare questi valori come dimostrato in contesti agrari del Nord Italia (Piemonte, Val d’Aosta e Ferrarese) e del Centro (Toscana e Lazio). In zone agricole intensivamente coltivate può essere ipotizzato un valore di riferimento favorevole pari a 1 territorio per chilometro quadrato.

L’impiego di forme più sostenibili in agricoltura con la riduzione dell’utilizzo di biocidi a favore della lotta biologica integrata costituirebbe un buon passo avanti per la conservazione della specie. La promozione di pratiche agricole che prevedano il rilascio e il ripristino di elementi importanti per questa specie come i filari, le siepi, la vegetazione ripariali lungo fossi non regimati può aiutare notevolmente la specie. Pertanto, in ambito planiziale e agricolo, va rivolta maggiore attenzione nella pianificazione territoriale prevedendo azioni volte al mantenimento e al rinforzo di efficaci reti ecologiche tramite la creazione e il ripristino di aree forestali ed elementi di “cucitura ” interconnessi tra loro.

In ambito selvicolturale è fondamentale il rilascio di almeno 4 piante senescenti e morte per ettaro (anche nei pioppeti industriali) nonché il mantenimento degli acervi nel corso dei tagli produttivi e di tutte le piante cavitate che possono favorire notevolmente la specie e altri Picidi. Infine sono ampiamente documentati i benefici derivanti dalla collocazione di nidi artificiali in contesti naturali e seminaturali (ad es. parchi e giardini pubblici); questa pratica andrebbe pertanto opportunamente incentivata in contesti agrari e urbani poveri di cavità naturali.

Minacce

Studi effettuati in alcune aree della Pianura Padana evidenziano un precario stato di conservazione delle popolazioni nidificanti, a causa di una generale semplificazione ambientale degli ecosistemi agrari e agro-forestali, con particolare riferimento alla scomparsa dei vecchi filari di capitozze e delle colture prative. La sparizione o la progressiva rarefazione di cavità naturali, l’eliminazione di alberi morti e marcescenti, l’accorpamento fondiario e i cambiamenti climatici sono tutti fattori limitanti.

In contesti planiziali caratterizzati da agricoltura intensiva ed eccessiva banalizzazione su larghe estensioni nonché in giovani formazioni boschive, il fattore limitante per il suo insediamento consiste nella scarsità di siti riproduttivi: proprio in questi contesti ambientali è opportuno intervenire con l’apposizione di cassette nido, mantenendo o ripristinando elementi di diversificazione quali siepi, filari, fossati e incolti.

Disturbo antropico e distruzione dei siti riproduttivi, alterazione degli habitat di alimentazione, impatto vetrate, uso di pesticidi e abbattimenti illegali sono elementi che mettono in discussione il successo riproduttivo. In provincia di Modena, negli anni 1987-1996, è stato rilevato un numero medio di pulli nati/nido di 5.1 nella prima covata e di 4.5 nella seconda covata; il numero medio di giovani involati è stato di 4.7 e 4 giovani involati/nido rispettivamente nella prima e nella seconda covata con un rispettivo successo di involo del 63.5% e del 68.4% (n= 61).

Stato di salute

Lo status di conservazione viene attualmente considerato sfavorevole in Europa. La popolazione europea è consistente (>580.000 coppie) ma è intervenuto un moderato declino tra gli anni 1970-1990. Sebbene diverse popolazioni dell’Est Europa siano rimaste stabili negli anni 1990–2000 e il trend delle popolazioni chiave della Russia sia sconosciuto, la specie ha continuato a diminuire in gran parte del suo range europeo probabilmente andando incontro a una moderata diminuzione (>10%). Per queste motivazioni è stata provvisoriamente valutata in declino.

In Italia vengono stimate 50.000-100.000 coppie nidificanti. Allo stato attuale non è inserito nella Lista Rossa Nazionale ma risulta specie particolarmente protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (Art. 2, 157/92). Negli anni Ottanta si è registrato un decremento anche molto accentuato in vaste aree della Pianura Padana, cui sono seguiti fluttuazione o incremento locale.

Semaforo

Le buone densità registrate in numerose aree, gli incrementi di alcune zone uniti ai moderati declini registrati negli ultimi anni in altri comprensori delineano un quadro nazionale ancora incerto, meritevole di essere tenuto sotto controllo con specifiche azioni pluriennali di monitoraggio. Destano una certa preoccupazione infatti, le locali diminuzioni registrate in alcuni contesti planiziali e collinari del Centro Nord come diretta conseguenza di una riduzione delle disponibilità dei siti riproduttivi, di un probabile aumento dell’inquinamento (massiccio impiego di biocidi in agricoltura) e di una progressiva banalizzazione del paesaggio agricolo italiano. Ciò nonostante, le buone densità ricavate in risposta della messa in posa di cassette nido lasciano ragionevolmente intravedere elementi di ottimismo per i prossimi decenni se non dovessero acuirsi gli attuali fattori limitanti.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* In stabilità/decremento inadeguato
Popolazione Stabile e/o in moderata diminuzione inadeguato
Habitat della specie Stabile, in moderata diminuzione inadeguato
Complessivo   inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Il Torcicollo ha un caratteristico richiamo, per certi versi simile a una sorta di "risata".