BASETTINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliBASETTINO

NOME SCIENTIFICO: Panurus biarmicus
 

Il Basettino arriva dall’Asia: è, infatti, l’unico rappresentante in Europa della famiglia dei Timalidi. E, per tutti i birdwatcher che amano frequentare gli ambienti umidi, è una presenza ben conosciuta: soprattutto nelle stagioni autunnali e invernali, quando è spesso l’unica macchia di colore che si muove in un ambiente per altri versi bigio. A differenza di tanti altri Passeriformi, il Basettino è una specie monogama, anche al di fuori della stagione riproduttiva. Considerato da sempre sedentario, ultimamente si è scoperto che le popolazioni italiane e dell’Europa orientale e settentrionale compiono movimenti migratori durante la stagione post riproduttiva…

Prospettive

Nell’ultimo ventennio il Basettino ha mostrato un drammatico decremento nel nostro Paese, pari, è stato stimato, anche al 90% degli “effettivi”. Sebbene le popolazioni della specie siano solite mostrare fluttuazioni anche notevoli, il decremento della specie, accompagnato da locali estinzioni, sembra in Italia particolarmente sproporzionato sia rispetto all’incremento che l’ha preceduto nel ventennio precedente, sia rispetto alle naturali fluttuazioni imputabili a fattori ambientali o meteoclimatici.

Rispetto ad altre specie legate alle zone umide, il Basettino sembra risentire in modo particolare anche di alterazioni lievi dell’habitat riproduttivo, causate soprattutto da pratiche di gestione del canneto non compatibili con le esigenze della specie. Pur non essendo noti i fattori influenzanti l’esito della riproduzione, né le informazioni essenziali sui trend di popolazione – il che rende impossibile la formulazione di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) – appare evidente la dipendenza di questa specie dall’integrità dei canneti.

Occorre avviare indagini mirate su ecologia e biologia riproduttiva della specie e sulle principali dinamiche di popolazione. Va infatti rilevato come – nonostante l’attuale situazione della specie risulti particolarmente allarmante – una corretta gestione degli ambienti possa portare a ricolonizzazioni anche nel giro di pochi anni.

In termini conservazionistici, è molto importante sostenere, tramite opportune pratiche di gestione del canneto e altri interventi mirati, le principali popolazioni note della specie, le cosiddette “meta-popolazioni”, cioè gruppi composti da più nuclei occupanti un certo numero di zone umide relativamente vicine.