CIVETTA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCIVETTA

NOME SCIENTIFICO: Athene noctua
 

Alla Civetta storia e tradizioni hanno sempre attribuito un forte valore simbolico, talora benefico, talaltra portatore di cattiva sorte. Nell’antica Grecia, ad esempio, era considerata sacra per la dea Atena (da qui il nome scientifico), dea della sapienza, e ancora oggi è raffigurata in molti portafortuna. Dalla tradizione popolare è considerata invece in un’accezione più negativa, tanto che vederla appollaiata sul tetto della propria abitazione era considerato un cattivo presagio. Del tutto peculiare è anche un altro significato del termine “civetta”, associato, nel linguaggio comune, a quello di una donna che amerebbe farsi corteggiare attraendo numerosi ammiratori: un’usanza dovuta al fatto che questo rapace, quando veniva utilizzato dai cacciatori come richiamo per ingannare i piccoli passeriformi, li attraeva con un particolare modo di battere le ali, con inchini, ammiccamenti e altri atteggiamenti simili, “irresistibile” spettacolo per le potenziali prede...

Prospettive

Per la specie sono disponibili dati sufficienti su distribuzione, ecologia, densità e spettro alimentare per diverse regioni italiane. Mancano al tempo stesso dati quantitativi sul successo riproduttivo. Considerando i dati di densità riproduttiva disponibili per l’Italia, si può proporre un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) pari a 15 coppie per 10 kmq a scala di comprensorio e di 1 coppia per 10 ettari a scala locale, per contesti particolarmente idonei.

Dal punto di vista conservazionistico, la specie potrebbe beneficiare di un’adeguata tutela dei siti riproduttivi, con particolare riguardo ai vecchi edifici rurali utilizzati per la nidificazione (ove potrebbe essere utile anche la posa di opportune cassette nido); andrebbero in particolare evitati interventi di ristrutturazione o demolizione in periodo riproduttivo, tra i mesi di febbraio e luglio. Per grosse strutture – quali impianti industriali e capannoni o cascinali agricoli dismessi – tali interventi andrebbero comunque pianificati su più settori e periodi, evitando demolizioni generalizzate su tutta l’area in pieno periodo riproduttivo. Tali accorgimenti favorirebbero anche altre specie di rapaci (Barbagianni, Allocco, Gheppio).

Studi specifici sarebbero poi necessari per valutare l’impatto dei diversi prodotti chimici – in particolare rodenticidi – sulle popolazioni di rapaci notturni, favorendo l’impiego di principi attivi meno impattanti e incentivando produzioni agricole che prevedano la lotta integrata o l’assenza di trattamenti. In ambito planiziale e agricolo andrebbe rivolta maggiore attenzione nella pianificazione territoriale e infrastrutturale, prevedendo azioni volte al mantenimento e ripristino di ambienti diversificati dal punto di vista ecologico.

Vantaggi possono derivare ad esempio dalla conservazione di muretti a secco e dalla piantumazione di filari arborei e siepi per aumentare la disponibilità delle specie preda principali. Occorre promuovere inoltre il mantenimento di forme tradizionali di pascolo estensivo e agricoltura a basso grado di meccanizzazione. Su scala locale, utile è anche la promozione di campagne informative rivolte alla popolazione, affinché non vengano raccolti pulcini non ancora indipendenti, riducendo il numero di ricoveri nei diversi Centri di recupero della Fauna selvatica.