CORRIERE PICCOLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliCORRIERE PICCOLO

NOME SCIENTIFICO: Charadrius dubius
 

Quando posato e immobile sul terreno, il Corriere piccolo mostra doti di grande mimetismo. Per alimentarsi a terra o nelle acque poco profonde fa brevi corsette e si arresta di colpo, nutrendosi di  piccoli invertebrati, con il becco. Se non minacciato, tollera abbastanza bene la presenza dell’uomo. Molto noto è il suo comportamento per difendere il nido da eventuali predatori: l’adulto si allontana per attirare su di sé l’attenzione, battendo goffamente le ali come fosse ferito e facendosi seguire; una volta allontanato il predatore, torna rapidamente verso il nido. Talvolta un terzo individuo, maschio o femmina, aiuta la coppia nell’incubazione delle uova, nella cura dei pulcini e nella difesa del territorio. Forse si tratta di figli o “partner” dell’anno precedente…

 

Ordine: Charadriiformes   Famiglia: Charadriidae

Il Corriere piccolo ha dimensioni modeste – non supera i 15 cm di lunghezza – e corporatura esile. Anche il becco è corto e sottile, la coda tondeggiante, mentre le ali appaiono lunghe e appuntite, con un’apertura alare che può raggiungere i 42-48 cm. In entrambi i sessi, la livrea appare bruno-chiara sul dorso, bianco è invece il ventre. Il collo è circondato da una banda nera, così come nere si mostrano la base e la parte superiore della fronte, le redini, le aree perioculari e auricolari; a differenza delle zampe, che evidenziano tonalità più chiare e tendenti al rosa.

Piuttosto ampio è l’areale di nidificazione della specie: dalle coste atlantiche dell’Europa all’Africa settentrionale, fino all’Estremo Oriente e al Giappone, tendenzialmente al di sotto del 60° parallelo. Tre le sottospecie conosciute, di cui la C. d. curonicus è presente nel Paleartico occidentale. In Europa come nel nostro Paese la specie è nidificante mentre lo svernamento avviene a sud del Sahara, dal Senegal al Golfo di Guinea, fino alla Somalia e al Niger, lago Chad, Valle del Nilo e Sudan. Modesti contingenti svernanti si ritrovano anche in alcuni siti del Mediterraneo, tra cui l’Italia, dove poche decine di coppie sono censite con regolarità nelle due isole maggiori.

Il Corriere piccolo frequenta ambienti con sassi e ghiaia, quindi greti e isolotti di corsi d’acqua, laghi, stagni, lagune costiere, saline. Gradualmente, sta colonizzando ambienti artificiali con caratteristiche simili agli habitat naturali: sottofondi di inerti per costruzioni, cave di sabbia o ghiaia. Di indole vivace, possiede un volo rapido e basso con battiti d’ala regolari. Lo stormo in volo assume una formazione piuttosto compatta e gli individui che lo compongono compiono evoluzioni sincrone. Sul terreno, corre celermente e compie arresti improvvisi per raccogliere il cibo.

La stagione riproduttiva è compresa tra aprile e luglio. L’accoppiamento è preceduto da voli di parata “sfarfalleggianti” con emissione di particolari richiami. Il maschio predispone sul terreno diverse depressioni, in una delle quali la femmina individua il nido, che decora con piccoli ciottoli, frammenti di conchiglie e di vegetali secchi. In genere vengono deposte 4 uova, per due covate l’anno, che sono incubate sia dalla femmina sia dal maschio per 24-25 giorni. I pulcini abbandonano il nido subito dopo la nascita e vengono accuditi da entrambi i genitori.

Prospettive

Specie poco studiata, per la quale si hanno informazioni per lo più puntiformi e generalmente relative a situazioni locali. Trattandosi di specie in decremento in Italia, sono auspicabili studi estesi su ecologia e biologia riproduttiva, in particolare nelle aree di presenza delle popolazioni più importanti.

Particolarmente importanti sono approfondimenti sulle mutate abitudini della specie, che sempre di più sta colonizzando ambienti antropizzati – dove però successo riproduttivo e tasso di sopravvivenza dei pulcini risultano estremamente bassi – a discapito di ambienti naturali. È il caso del Lazio, dove a fronte di una situazione di generale decremento è stata osservata una forte espansione in ambienti temporanei antropizzati quali aree industriali e cave – anche superiore ai 40 punti percentuali – a fronte di una fortissima regressione lungo la fascia dunale (-68%).

Sulla base dei valori di densità disponibili per il territorio italiano ed europeo, è ipotizzabile un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie pari a 4 coppie per km a scala locale lungo corsi d’acqua idonei ad ospitare la specie in periodo riproduttivo. Per ambienti particolarmente idonei – quali ex cave rinaturalizzate – tale valore potrebbe raggiungere una coppia per ettaro.

Nel complesso, le misure più importanti per la conservazione del Corriere piccolo consistono nell’evitare il disturbo antropico durante il periodo riproduttivo – balneazione, motocross, fuoristrada, pesca sportiva, cani – soprattutto lungo i greti fluviali (in particolare le isole centrali dei corsi d’acqua) e le aree costiere. Vanno altresì evitati interventi di regimazione idraulica tali da distruggere i siti idonei ad ospitare i nidi.

Minacce

Nonostante la specie sia particolarmente adattabile e in grado di colonizzare ambienti antropizzati e degradati, il successo della nidificazione in habitat di tale natura risulta particolarmente incerto, essendo le covate molto vulnerabili rispetto alle attività umane. Anche in corrispondenza di ambienti naturali – ad esempio i greti fluviali – la specie risente fortemente del disturbo arrecato dall’uomo, come quello dovuto agli interventi di regimazione dei corsi d’acqua e messa in sicurezza delle sponde, nonché all’eventuale presenza di pescatori, bagnanti, motociclisti, escursionisti sul greto e lungo le rive.

I nidi risultano inoltre vulnerabili alle variazioni del livello delle acque, che si verificano spesso in corrispondenza dei fiumi o delle sponde lacustri, nonché alla predazione naturale, alla “ricrescita” della vegetazione – con tendenza a “chiudere” gli ambienti idonei – e all’erosione delle coste. Successo riproduttivo e tasso di sopravvivenza dei pulcini possono risultare particolarmente modesti nelle aree di nidificazione artificiali quali le cave di ghiaia. 

Poiché la specie nidifica a terra, altre cause di perdita delle uova o dei pulcini possono essere rappresentate da episodi di “calpestamento” – per esempio da parte di cani, altri mammiferi o dall’uomo stesso – e di innalzamento del livello dell’acqua dovuto a temporali estivi. Nella tenuta di Castelporziano, la predazione ha inciso sull’85% dei nidi; il successo riproduttivo è risultato molto variabile, oscillando tra 25,5 e 64%. In Liguria è stata riscontrata predazione sulle uova e i pulcini da parte di Cornacchia grigia e, in misura decisamente inferiore, da parte di Gabbiano reale.

Nel complesso, la specie in Italia risulta in decremento, pur con esempi di stabilità locale. Nel Bolognese, ad esempio, si contano una quarantina di coppie, stabili tra il 1984 e il 1999. Nel Lazio appena 57 coppie tra il 2001 e il 2002, con un decremento del 23%. Nella regione biogeografica continentale – ove la specie è presente con le popolazioni più importanti, 1.000-2.000 coppie in Pianura Padana – si evidenziano segni di declino, come ad esempio in Piemonte, dove ben 57 unità di rilevamento nel 2007 non sono state confermate rispetto alla precedente indagine degli anni ’80 (con una diminuzione del 16% in termini di trend). Più stabile la situazione in Sicilia, dove il recente Atlante non ha evidenziato sostanziali cambiamenti (150-200 coppie stimate).

Stato di salute

Lo stato di salute della specie viene valutato favorevole sia a livello continentale sia limitatamente ai territori dell’Europa “comunitaria”. La popolazione nidificante ha conosciuto un leggero incremento in Europa nel periodo 1970-1990, mentre nel successivo decennio 1990-2000 è rimasta stabile a livello di Unione europea, e ha subito un leggero declino su scala continentale, pur continuando ad essere valutata come ‘sicura’ in quanto le popolazioni chiave di alcuni Paesi – quali Russia, Bielorussia e Ucraina – sono rimaste stabili.

Attualmente, la popolazione nidificante nell’Ue è stimata in 40.000-61.000 coppie, pari al 25-36% della popolazione continentale complessiva e a una frazione compresa tra il 5% ed il 24% della popolazione globale della specie. La popolazione italiana veniva stimata in 2.300-4.000 coppie, pari al 6% della popolazione “comunitaria”, in decremento nel periodo 1990-2000. 

Nel nostro Paese, il Corriere piccolo è migratore regolare, nidificante e svernante. La popolazione svernante è stata stimata in 30-80 individui, con osservazioni regolari in Sardegna e Sicilia (media di 31 individui in 10 siti tra il 1991 e il 1995, 16 individui in 15 siti tra il 1996 e il 2000). Come nidificante, la specie è presente un po’ in tutto il Paese, ma con distribuzione non uniforme: più diffusa in Pianura Padana, sui medio-alti versanti tirrenico e adriatico, in Sardegna e Sicilia, più scarsa sull’Appennino centrale, in Puglia e Calabria. 

I contingenti in transito e svernanti nel nostro Paese provengono dall’Europa centrale e centro-orientale. Le località di inanellamento sono distribuite abbastanza ampiamente nelle regioni settentrionali adriatiche e lungo la costa tirrenica toscana e campana. I siti di marcaggio sono localizzati in una serie di zone umide interne, alcune delle quali vedono buoni numeri di inanellamenti, come nel Veneto centrale. I campioni numericamente più rilevanti di pulcini sono stati marcati in aree costiere toscane e interne del Friuli.

Le aree di inanellamento dei soggetti segnalati in Italia comprendono essenzialmente l’Europa centro-settentrionale continentale, con una percentuale bassa di casi legati alle coste del Mare del Nord e del Baltico, e una forte prevalenza di soggetti provenienti dalla Germania. Nell’ambito Mediterraneo, spiccano le ricatture di Corrieri piccoli marcati nell’area della Camargue francese. Singole ricatture provengono rispettivamente dalla Tunisia e da Cipro. In Italia le segnalazioni si concentrano lungo le coste, sia tirrenica che adriatica, con singole osservazioni sulle isole maggiori.

Il Corriere piccolo è considerato specie “a più basso rischio” nella Lista Rossa Nazionale, a causa della distribuzione frammentata. Risulta, inoltre, specie non cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).

Semaforo

A fronte di una generale stabilità della specie in Europa, l’Italia è uno dei pochi Paesi nei quali il Corriere piccolo mostra cali demografici. Appare quindi indispensabile predisporre un monitoraggio di lungo periodo delle principali popolazioni nidificanti, per determinare le cause del declino e avviare opportuni interventi di conservazione.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* In calo in Pianura padana (Piemonte) Inadeguato
Popolazione In calo in ampi settori Cattivo
Habitat della specie Soggetto a degrado e a varie forme di disturbo Inadeguato
Complessivo   Cattivo

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Dal fraseggio semplice e piuttosto acuto, è più facile ascoltarlo in primavera, quando il Corriere piccolo si esibisce in voli nuziali e dispute territoriali, con forti richiami udibili anche a distanza.