CORRIERE PICCOLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCORRIERE PICCOLO

NOME SCIENTIFICO: Charadrius dubius
 

Quando posato e immobile sul terreno, il Corriere piccolo mostra doti di grande mimetismo. Per alimentarsi a terra o nelle acque poco profonde fa brevi corsette e si arresta di colpo, nutrendosi di  piccoli invertebrati, con il becco. Se non minacciato, tollera abbastanza bene la presenza dell’uomo. Molto noto è il suo comportamento per difendere il nido da eventuali predatori: l’adulto si allontana per attirare su di sé l’attenzione, battendo goffamente le ali come fosse ferito e facendosi seguire; una volta allontanato il predatore, torna rapidamente verso il nido. Talvolta un terzo individuo, maschio o femmina, aiuta la coppia nell’incubazione delle uova, nella cura dei pulcini e nella difesa del territorio. Forse si tratta di figli o “partner” dell’anno precedente…

Minacce

Nonostante la specie sia particolarmente adattabile e in grado di colonizzare ambienti antropizzati e degradati, il successo della nidificazione in habitat di tale natura risulta particolarmente incerto, essendo le covate molto vulnerabili rispetto alle attività umane. Anche in corrispondenza di ambienti naturali – ad esempio i greti fluviali – la specie risente fortemente del disturbo arrecato dall’uomo, come quello dovuto agli interventi di regimazione dei corsi d’acqua e messa in sicurezza delle sponde, nonché all’eventuale presenza di pescatori, bagnanti, motociclisti, escursionisti sul greto e lungo le rive.

I nidi risultano inoltre vulnerabili alle variazioni del livello delle acque, che si verificano spesso in corrispondenza dei fiumi o delle sponde lacustri, nonché alla predazione naturale, alla “ricrescita” della vegetazione – con tendenza a “chiudere” gli ambienti idonei – e all’erosione delle coste. Successo riproduttivo e tasso di sopravvivenza dei pulcini possono risultare particolarmente modesti nelle aree di nidificazione artificiali quali le cave di ghiaia. 

Poiché la specie nidifica a terra, altre cause di perdita delle uova o dei pulcini possono essere rappresentate da episodi di “calpestamento” – per esempio da parte di cani, altri mammiferi o dall’uomo stesso – e di innalzamento del livello dell’acqua dovuto a temporali estivi. Nella tenuta di Castelporziano, la predazione ha inciso sull’85% dei nidi; il successo riproduttivo è risultato molto variabile, oscillando tra 25,5 e 64%. In Liguria è stata riscontrata predazione sulle uova e i pulcini da parte di Cornacchia grigia e, in misura decisamente inferiore, da parte di Gabbiano reale.

Nel complesso, la specie in Italia risulta in decremento, pur con esempi di stabilità locale. Nel Bolognese, ad esempio, si contano una quarantina di coppie, stabili tra il 1984 e il 1999. Nel Lazio appena 57 coppie tra il 2001 e il 2002, con un decremento del 23%. Nella regione biogeografica continentale – ove la specie è presente con le popolazioni più importanti, 1.000-2.000 coppie in Pianura Padana – si evidenziano segni di declino, come ad esempio in Piemonte, dove ben 57 unità di rilevamento nel 2007 non sono state confermate rispetto alla precedente indagine degli anni ’80 (con una diminuzione del 16% in termini di trend). Più stabile la situazione in Sicilia, dove il recente Atlante non ha evidenziato sostanziali cambiamenti (150-200 coppie stimate).