COTURNICE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliCOTURNICE

NOME SCIENTIFICO: Alectoris graeca saxatilis
 

In grado, secondo gli antichi greci, di tenere alla larga maghi e spiriti maligni, la Coturnice si trova a proprio agio in pendii soleggiati e pietrosi. Per secoli in simbiosi con agricoltori e pastori, resiste sulle montagne italiane in quel che resta del proprio habitat originario. Agile e piuttosto combattiva di solito si muove sul terreno, ma non trova difficoltà a rifugiarsi sulle cime degli alberi in caso di imminente pericolo

Prospettive

In assoluto, la principale azione di conservazione da mettere in atto per favorire la ripresa della Coturnice nel nostro Paese è la creazione di “corridoi” tra le diverse popolazioni oramai frammentate. Questa azione passa dalla creazione di ambienti adatti alla specie, anche di dimensione ridotta, purché ubicati in aree idonee rispetto al corridoio che si vuol creare..

Mal tollerando il bosco, risulta importantissimo per la conservazione della specie il ripristino e la tutela di un ambiente “a mosaico” con particolare riferimento ad habitat frastagliati in cui a piccole porzioni di bosco si alternino aree aperte – anch’esse di dimensioni modeste – idonee per l’alimentazione e la costruzione dei nidi. Attualmente, la densità accertata di Coturnice nelle aree di presenza oscilla tra 1 e 8,5 maschi ogni 100 ettari, con notevoli variazioni tra le aree considerate.

In generale, nell’area alpina la densità non raggiunge i 3 maschi ogni cento ettari, 1,2 o poco più sull’Appennino marchigiano settentrionale, 1,85 sui Sibillini. Va meglio in Abruzzo, dove sono state registrate densità superiori (ad esempio sulla Maiella, 4,4 maschi). Si tratta comunque di valori estremamente bassi che vanno considerati ai fini della valutazione della possibilità di sopravvivenza “teorica” della popolazione.

Considerando alcuni parametri generali – mortalità media pari al 47%, successo riproduttivo del 30, tasso d’involo medio pari a 5,1 – è ipotizzabile un’elevata probabilità di estinzione di molte popolazioni nel lungo periodo. È stato infatti calcolato che una singola popolazione dovrebbe essere composta di almeno 1.200 individui – con un successo riproduttivo di almeno 9 punti percentuali superiore a quello attualmente registrato – per sostenersi autonomamente. Nessuna delle singole popolazioni censite raggiunge questa consistenza, e proprio per questo è di vitale importanza garantire o ripristinare la connessione tra le diverse sub-popolazioni.