FAGIANO DI MONTE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFAGIANO DI MONTE

NOME SCIENTIFICO: Tetrao tetrix
 

Simbolo, insieme alla Pernice bianca, il Fagiano di monte è un uccello inconfondibile per il suo lucente piumaggio, nonché per la forma della coda. Come altri tipi di Galliformi, anche il maschio di Fagiano di monte la utilizza per “esibirsi” di fronte alle femmine, e conquistarsi così il diritto a costruire un nido. Che peraltro abbandona molto velocemente, essendo il maschio di questa specie assolutamente poligamo…

Prospettive

Mediamente, ogni coppia di Fagiano di monte nidificante nel nostro Paese cova ogni anno 10-12 uova. Di queste, non più di tre arrivano alla schiusa, con un numero totale di giovani rispetto al numero totale di femmine adulte che non supera, in linea di massima, gli 1,5 o 2 giovani ogni anno. Un tasso di mortalità ancora troppo elevato unito a un indice riproduttivo particolarmente basso – per esempio in Valle d’Aosta con non oltre una femmina su tre con nidiata – hanno portato a un generale decremento della specie.

In termini di densità, si può proporre un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) pari a 10 individui ogni 100 ettari a scala di comprensorio, 20 su scala locale. Densità largamente inferiori si ritrovano sul campo, 2.2-4.1 maschi ogni 100 ettari in Valle d’Aosta, 3,6-5 in Piemonte, 0,5 in Lombardia e 1,7 in Trentino. Va meglio sulle Alpi orientali, dove la densità massima si aggira tra i 9 e gli 11 individui per 100 ettari, tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia.

Mantenere densità adeguate per la specie, limitando e possibilmente azzerando il prelievo venatorio sull’intero arco alpino è la prima indicazione utile per la conservazione del Fagiano di monte nel medio periodo. Necessario del pari monitorare lo stato di salute della specie, con particolare riferimento ai fattori in grado di influenzare mortalità e successo riproduttivo.

Purtroppo, il cattivo stato di conservazione in cui versa la specie nel nostro Paese è deducibile anche dal fatto che in corrispondenza di annate apparentemente favorevoli la popolazione di Fagiano di monte sia stata soggetta a locali – anche vistose – fluttuazioni orientate al decremento. Un’evidenza che impone di considerare più attentamente le esigenze ecologiche della specie, con particolare riguardo alla limitazione dell’eccessivo sfruttamento turistico delle aree montane unito a un sostegno alle residue attività agro-pastorali tradizionali, risorsa importante per questa specie durante la fase di alimentazione.