FALCO CUCULO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFALCO CUCULO

NOME SCIENTIFICO: Falco vespertinus
 

Sterminate coltivazioni di erba medica, alternati a praterie e brughiere. Uno scenario che in Italia si può trovare lungo il corso del Po, e specialmente nella grande bonifica ferrarese o in altre aree agricole estensive della pianura padana come in provincia di Parma. È questo il regno del Falco cuculo, un magnifico rapace la cui esistenza è chiaramente legata alle attività agricole estensive. Resiste solo laddove non è ancora arrivata la città. Solo laddove la meccanizzazione in agricoltura, abbinata all’eccessivo uso di pesticidi, non ha trasformato anche i campi coltivati in ambienti inospitali per questa come per altre specie di uccelli…

 

Ordine: Falconiformes  Famiglia: Falconidae

L’inverno lo trascorre tra il Sudafrica e il Kenya. D’estate, parte della popolazione resta in Africa centrale, per nidificare. Altri esemplari prendono la “via del nord”, arrivando a lambire l’Europa meridionale e, soprattutto, centro-orientale.

La sua presenza in Italia come nidificante è notizia relativamente recente. È infatti solo dal 1995 che sono stati censiti i primi nidi, in provincia di Parma. È molto probabile che il Po abbia fatto da filo conduttore a quella che – pur con numeri ancora ridottissimi – appare come una vera e propria colonizzazione della Pianura Padana, con espansioni significative nel Mantovano, nel Ferrarese e Polesine, fino alla provincia di Treviso.

Per la verità, episodi di migrazioni “anomale” del Falco cuculo sono note da tempo – un esemplare è stato addirittura rinvenuto in Nord America – anche se la sua stretta dipendenza dagli ambienti aperti ne circoscrive gli areali di presenza alle sole aree (quali appunto la parte della Pianura Padana adiacente al corso del Po), ove sia praticata agricoltura estensiva, con grande abbondanza di prati alternati a rari alberi e, in ogni caso, con una buona disponibilità di acqua.

Nell’aspetto, il Falco Cuculo si presenta come un rapace medio-piccolo, di colore grigio scuro, fatte salve alcune sfumature color ruggine nel piumaggio che sovrasta le zampe. Più chiaro il ventre, e il capo, che presenta caratteristiche macchie bianche. L’apertura alare, che non raggiunge i 75 cm, ne fa un predatore solo rispetto a insetti in genere o, talvolta, piccoli mammiferi o uccelli.

Prospettive

Per ora circoscritta alla Pianura Padana centro-orientale, la popolazione italiana di Falco cuculo è stata ben monitorata negli ultimi 15 anni. Mancano tuttavia informazioni complete sui fattori in grado di influenzare la biologia riproduttiva, che aiuterebbero a predisporre indicazioni puntuali e più corrette sulle modalità di gestione degli ambienti agricoli per agevolare l’affermarsi della popolazione italiana.

Trattandosi di specie di recente colonizzazione, non è possibile indicare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV), anche se è utile proporre alcune utili indicazioni per la conservazione. Per quanto riguarda l’Italia, è opportuno anzitutto proteggere le colonie riproduttive e i siti di nidificazione noti dall’urbanizzazione, dall’abuso di pesticidi e – ovviamente – dalla persecuzione diretta.

Seconda azione chiave, un approfondimento sui fattori in grado di influenzare la presenza e la nidificazione della specie che portino alla predisposizione e all’attuazione di specifici indirizzi per un’idonea gestione ambientale. Appare comunque difficile, allo stato delle cose, valutare lo stato di conservazione del Falco cuculo in Italia, anche alla luce del fatto che agli incrementi registrati nel nostro Paese si sta accompagnando un preoccupante declino a livello europeo e continentale.

Probabilmente, a giocare un ruolo chiave per la conservazione della specie a livello globale, sarà da un lato la persistenza e la tutela di idonei habitat riproduttivi. Dall’altro, il monitoraggio delle condizioni di migrazione per e da i quartieri riproduttivi, senza tralasciare un approfondimento sulle condizioni di svernamento registrate in Africa.

Minacce

Il Falco cuculo occupa un’area compresa tra la fascia temperata e quella continentale. Evita le aree mediterranee e oceaniche, i deserti e gli ambienti aridi, le foreste estese come le aree impervie. Predilige invece – e da essi dipende strettamente – ogni tipo di ambienti aperti, specialmente le aree coltivate in modo estensivo con piccole estensioni alberate in filari e alte densità di insetti.

Un profilo che corrisponde perfettamente all’area della Pianura Padana prospiciente il corso del Fiume Po, il che spiega il buon successo della popolazione qui insediata. Relativamente indifferente alla presenza umana, il Falco cuculo soffre invece particolarmente di quei fattori di minaccia che comportano la distruzione dei siti idonei alla nidificazione.

Questi fattori consistono essenzialmente nell’abbattimento di alberi ospitanti colonie di corvi o nidi di Corvidi – il Falco cuculo non si costruisce quasi mai il nido da solo ma occupa quello lasciato libero da corvi o similari – nonché, in particolare, nell’utilizzo massiccio di pesticidi che comporta una drastica riduzione della disponibilità di insetti, alimento principale per questa specie.

L’intensificazione delle pratiche agricole, la loro meccanizzazione, la tendenza a ridurre al minimo gli ambienti coltivati a cereali o erbe di foraggiamento in maniera non estensiva – per non parlare del declino delle aree a pascolo – hanno un influsso molto negativo sulla specie, per quanto riguarda la disponibilità di prede. Altra minaccia registrata, la persecuzione diretta durante la migrazione, fonte di mortalità molto elevata per una specie “errante” quale è il Falco cuculo.

Stato di salute

In largo declino tra il 1970 e il 1990 – un declino che non ha accennato ad arrestarsi anche nel decennio successivo – il Falco cuculo nell’Unione Europea è presente con non più di 890-1.700 coppie complessive, pari però al solo 3-4% della popolazione continentale complessiva. La quale è stata stimata in 26-39mila coppie, pari a una frazione compresa tra un quarto e la metà della popolazione globale della specie.

Solo 70 le coppie nidificanti in Italia, con un trend positivo che ovviamente non è in grado di compensare il grandissimo declino di alcune “popolazioni chiave” a livello continentale, specialmente Russia e Ucraina, ma anche Ungheria – dove la popolazione è passata dalle 2-2.500 coppie degli anni Ottanta alle attuali 6-700 – o Bulgaria, con soli 26 siti occupati su 76 storicamente noti.

Se la passano meglio le popolazioni asiatiche, così come appunto le popolazioni “marginali” che abitano l’Europa meridionale, tra cui l’Italia, che ospita una frazione probabilmente prossima all’1% di quella dell’Unione europea. Molti degli esemplari censiti nel nostro Paese, naturalmente, non sono nidificanti ma rappresentano individui di passaggio che si spostano, in primavera e autunno, da o per i siti di svernamento.

A livello di coppie nidificanti, invece, la prima segnalazione risale al 1995 nel parmense. Segue Treviso, nel ’96. Quindi le Valli del Mezzano, nel Ferrarese, con 3-4 coppie censite nel 2002. Ulteriori segnalazioni hanno coinvolto Modena, Piacenza, la provincia di Rovigo e Venezia, mentre la sola provincia di Parma, già nel 2001, ospitava ben 31 coppie.

Semaforo

In incremento in Italia, in pesante declino in tutto il continente europeo, la popolazione di Falco cuculo nidificante nel nostro Paese è comunque troppo esigua – nonché insediata solo di recente – per poter affermare che la specie possa autosostenersi nel medio-lungo periodo. Attualmente, l’areale di nidificazione appare in espansione, sebbene soggetto a fluttuazioni. Da approfondire le questioni legate all’habitat della specie, non essendo noti i fattori specifici che determinano l’insediamento delle coppie riproduttive. La salute della specie appare comunque profondamente legata a quella degli ambienti aperti e il suo futuro dipende molto probabilmente dalla difesa di pratiche agricole estensive che prescindano da un utilizzo troppo massiccio di pesticidi.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* in espansione, soggetto a fluttuazione inadeguato
Popolazione in aumento ma fluttuante e ridotta inadeguato
Habitat della specie sconosciuto inadeguato
Complessivo   inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Le ampie distese della Pianura Padana sono il regno del Falco cuculo, il cui canto, un debole “ghiv ghiv ghiv”, può essere ascoltato facilmente anche durante gli spostamenti primaverili e autunnali. È in queste stagioni infatti che molti degli esemplari che nidificano nell’Europa orientale cominciano il proprio viaggio di ritorno per i lontani siti di svernamento dell’Africa meridionale…