FANELLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliFANELLO

NOME SCIENTIFICO: Carduelis cannabina
 

Durante l’inverno, la specie staziona nelle marcite, in stormi numerosi, oppure in aperta campagna, dove si avventura, tra siepi e filari, alla ricerca di semi o di qualche insetto. Abitudini spiccatamente gregarie che la specie mantiene talvolta anche durante il periodo riproduttivo quando nidifica “in società” tra la fitta vegetazione, nei cespugli e nelle siepi. Dal richiamo particolarmente melodico, viene spesso catturato per essere allevato in cattività e talvolta ibridato con il Canarino…

Minacce

Come per altre specie che prediligono gli ambienti aperti, l’abbandono dei paesaggi agricoli di tipo tradizionale comporta una progressiva riduzione dell’habitat idoneo, fino alla sua completa scomparsa dovuta al ritorno del bosco. Il mantenimento di aree con agricoltura e pastorizia non intensive su Alpi e Appennini si configura quindi come strategia necessaria per la conservazione di questa ed altre specie legate agli ambienti aperti.

In particolare, l’uso indiscriminato di pesticidi, l’eliminazione di elementi marginali e la semina autunnale dei cereali determinano per questa specie un peggioramento della qualità dell’habitat, con conseguenze negative sulla quantità di risorse alimentari disponibili. Particolarmente impattante sulla specie è anche il fenomeno della predazione ai nidi: Corvidi, mustelidi, volpi, roditori, gatti sono i predatori principali, a cui va aggiunto il periodico saccheggio dei nidi da parte dei bracconieri.

Ad accrescere l’impatto della predazione contribuiscono diversi fattori, tra i quali il verificarsi di annate particolarmente fredde e umide, ma anche la presenza di un’elevata densità di nidi. In Inghilterra meridionale, il 58% su 1.227 nidi censiti in ambiente agricolo e il 65% di 178 nidi in ambiente urbano o suburbano sono andati incontro a completo fallimento (con medie variabili tra il 45% e il 75% a seconda delle stagioni). Nei nidi di successo, dall’85% delle uova deposte sono nati pulcini giunti poi all’involo.

In Italia, dati sul successo riproduttivo sono disponibili per il Parmense, dove si è registrata una media di 3,2 giovani involati per coppia, con successo medio dell’83%. In Sicilia, in agrumeto suburbano, dati risalenti all’inizio degli anni ’80 riportano percentuali positive tra il 66% e l’85,7%, per un tasso d’involo di circa 2,4 giovani per nido di successo.