FANELLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliFANELLO

NOME SCIENTIFICO: Carduelis cannabina
 

Durante l’inverno, la specie staziona nelle marcite, in stormi numerosi, oppure in aperta campagna, dove si avventura, tra siepi e filari, alla ricerca di semi o di qualche insetto. Abitudini spiccatamente gregarie che la specie mantiene talvolta anche durante il periodo riproduttivo quando nidifica “in società” tra la fitta vegetazione, nei cespugli e nelle siepi. Dal richiamo particolarmente melodico, viene spesso catturato per essere allevato in cattività e talvolta ibridato con il Canarino…

Prospettive

Specie poco studiata, salvo contributi a carattere prevalentemente locale, relativi soprattutto alla Sicilia. È anzitutto auspicabile, quindi, un incremento delle conoscenze sull’ecologia della specie e un approfondimento su più vasta scala dei reali trend demografici delle popolazioni principali.

Sulla base dei pochi dati disponibili, si può proporre come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) a scala locale una densità di 10 coppie per 10 ettari per l’Italia continentale, che sale a 50 coppie per 10 ettari in Sicilia. Tale valore può comunque essere superato in situazioni particolarmente idonee, mentre non è possibile – stante la mancanza di dati sulla densità della specie su vasta scala – formulare un FRV a scala di comprensorio.

Da sottolineare in ogni caso come le densità più elevate siano raggiunte in quegli ambienti – come agrumeti e mandorleti estensivi in Sicilia – caratterizzati da agricoltura non intensiva e, per quanto riguarda Alpi, Prealpi e Appennini, da presenza di boschi non troppo fitti con buona disponibilità di radure, cespugli, incolti. Per questo, al fine di migliorare le prospettive della specie, è essenziale favorire il mantenimento dei paesaggi agricoli tradizionali nelle aree montane con agricoltura e pastorizia non intensive.

Va altresì incentivato il mantenimento di elementi marginali come piccoli incolti ad arbusti, siepi e alberelli o arbusti isolati nelle aree coltivate o pascolate, limitando l’impiego di pesticidi in frutteti e coltivi frequentati dalla specie. Ad oggi è particolarmente verosimile come lo stato di salute delle popolazioni si presenti più favorevole alle quote più elevate, mentre a quote inferiori l’effetto combinato tra l’abbandono delle pratiche agricole tradizionali, la conseguente avanzata del bosco, il massiccio uso di pesticidi nelle aree soggette ad intensificazione delle pratiche agricole, ha probabilmente determinato una significativa riduzione dell’habitat idoneo.