

LANARIO
NOME SCIENTIFICO: Falco biarmicus feldeggii
“Compagno di giochi” ideale per gli esperti falconieri – in picchiata questo uccello può raggiungere anche i 300 km orari – il Lanario è inconfondibile nell’aspetto, con il capo rossiccio caratterizzato da una evidente striatura nera posta a guisa di “baffo”. Purtroppo, la storia del Lanario è anche quella di un vero e proprio sterminio, a causa del furto delle uova e dei pulcini tradizionalmente in uso presso moltissime delle aree di nidificazione in Europa, Nord Africa, Medio Oriente...
Prospettive
Gli esperti hanno dimostrato che nelle regioni d’Italia in cui i siti riproduttivi sono troppo esposti al disturbo da parte dell’uomo le popolazioni di Lanario tendono a mostrare fenomeni di decremento anche repentino. Questo anche a causa dell’estrema frammentazione delle popolazioni, con singole colonie estremamente ridotte e dunque vulnerabili anche rispetto a singoli episodi di disturbo.
Per stabilire con una buona approssimazione la capacità di sopravvivenza autonoma di questa specie in Italia nei prossimi cento anni, è utile suddividere la popolazione di Lanario in cinque sotto-popolazioni, che a loro volta possono essere riunite in due macro-popolazioni, quella peninsulare e quella siciliana. Non esistendo dati specifici sulla mortalità della specie, si possono prendere a riferimento quelli relativi al Falco pellegrino, con biologia riproduttiva ed esigenze ecologiche simili.
In base ai calcoli effettuati, per la popolazione peninsulare è auspicabile il raggiungimento di una quota di coppie nidificanti non inferiore a 265, pari a 630 individui. La Minima Popolazione Vitale (MVP) per la popolazione siciliana può invece essere fissata nell’ordine delle 170 coppie. Entrambi valori abbastanza distanti da quella che è l’attuale consistenza della popolazione di Lanario nel nostro Paese.
Assolutamente da perseguire, tramite mirate azioni di conservazione, è dunque un incremento di queste popolazioni in direzione della MVP proposta, o comunque di un target di conservazione di breve termine identificabile in 100 coppie per la Sicilia e 150 per l’Italia peninsulare, il che già ridurrebbe della metà la probabilità di estinzione nei prossimi 100 anni.