LUÌ VERDE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliLUÌ VERDE

NOME SCIENTIFICO: Phylloscopus sibilatrix
 

Il Luì verde mostra un comportamento schivo, ma allo stesso tempo, si tratta di una specie particolarmente attiva, in continuo e costante movimento, cosa che ne rende ancor più difficoltosa l’osservazione. Anche durante le migrazioni, è difficile entrarvi in contatto per la sua abitudine di rimanere nascosto nel folto degli alberi, spesso nella parte sommitale. Due gli elementi che permettono comunque di riconoscerlo: il canto, assolutamente inconfondibile – anche se viene emesso raramente – e la coda corta, utile anche per distinguerlo dagli altri luì.

Minacce

Il Luì verde nidifica nelle fasce temperata e boreale a latitudini medie e medio-alte del Paleartico occidentale, in climi continentali ma anche oceanici, preferendo terreni collinari rispetto alle pianure. A parte tali abitudini – che spiegano la maggiore presenza della specie in area alpina e prealpina – il Luì verde è assai poco conosciuto per quanto riguarda ecologia, biologia riproduttiva, dinamica e trend di popolazione.

Per questo, al di là dell’alterazione strutturale dovuta a cattiva gestione dei siti forestali ospitanti la specie, non risulta agevole individuare possibili fattori di minaccia e altrettanti fattori strategici per la sua conservazione. Senza dubbio, tra i fattori che possono influenzare la presenza o l’abbondanza della specie vi è anche la presenza di roditori: in Polonia, negli anni di abbondanza dei roditori, i Luì verdi non si insediano nelle abituali zone di nidificazione, per il rischio di predazione troppo elevato.

Il successo riproduttivo è influenzato da numerose altre concause. La predazione è spesso la principale, interessando, ad esempio in Svezia, fino al 38% dei nidi. Le basse temperature e precipitazioni abbondanti in giugno fanno il resto, potendo causare la morte di numerosi pulcini. Resta comunque la predazione al nido la principale causa accertata di mortalità dei pulcini: in Polonia, a Bialowieza, i predatori appaiono responsabili di ben l’80% delle perdite. La percentuale di giovani involati rispetto alle uova deposte è compresa, in Belgio, tra il 31-59% e il 79%; appena il 25% in Lussemburgo, mentre sempre in Polonia uno studio del 1985 rileva fallimenti delle covate nell’ordine del 70%.