PAVONCELLA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliPAVONCELLA

NOME SCIENTIFICO: Vanellus vanellus
 

Il nome comune della specie fornisce, in diverse lingue europee, buoni indizi sui suoi tratti distintivi. Quello italiano richiama il colore del piumaggio del dorso, che ha riflessi bronzei tipici della livrea del Pavone. Il nome inglese Lapwing si rifà alle invece piroette – in inglese lapping – che il maschio esegue in aria durante la parata nuziale. Il nome latino Vanellus invece fa riferimento al suo grido d’allarme, che ricorda il rumore del grano quando ricade nel vaglio. Specie gregaria sia durante la nidificazione sia in periodo invernale – quando si raggruppa arrivando a formare stormi fino al migliaio di individui – la Pavoncella si associa spesso ad altre specie dalle esigenze ecologiche simili, come i pivieri dorati. Per alimentarsi arriva anche a seguire, senza timore, i trattori che lavorano i campi…

Prospettive

La specie in Italia è ben studiata, soprattutto in Piemonte, ove risiede il nucleo “storico” da cui, tra gli anni ’50 e ’60, è partita la colonizzazione dell’intera area padana. Sarebbe comunque utile approfondire le conoscenze sulla dinamica di popolazione e valutare l’impatto diretto e indiretto dell’attività venatoria, ancora permessa in Italia e in alcuni altri Paesi dell’Ue.

In base ai valori noti per l’Italia, si può proporre un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) pari a 2 coppie per 10 ettari. A scala di comprensorio la soglia ottimale può essere fissata a 6 coppie per kmq, che potrebbero salire a 30 coppie in aree idonee di ampiezza intermedia (poche centinaia di ettari).

Tra le principali misure di conservazione, va individuata la tutela dei siti riproduttivi della specie e il monitoraggio della qualità ambientale delle principali aree di nidificazione, rimuovendo, ove necessario, le minacce più impattanti (compresa la creazione di recinti per limitare la presenza di potenziali predatori al nido). Essenziali sono anche interventi mirati sulle aree agricole che prevedano – nei siti più importanti di presenza della specie – la limitazione dell’impatto delle pratiche colturali intensive, un adeguato carico di bestiame nelle aree a pascolo, il mantenimento di canaletti o porzioni di coltivi allagati.

Con riguardo all’attività venatoria, si ritiene attualmente che il prelievo venatorio sulla specie in Italia – consentito dalla terza domenica di settembre al 31 dicembre – non sia compatibile con il mantenimento della popolazione nidificante in Italia nell’attuale – peraltro inadeguato – stato di conservazione. Pertanto, si propone di limitare la caccia alla Pavoncella al periodo compreso tra il 10 ottobre e il 31 dicembre.