PAVONCELLA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliPAVONCELLA

NOME SCIENTIFICO: Vanellus vanellus
 

Il nome comune della specie fornisce, in diverse lingue europee, buoni indizi sui suoi tratti distintivi. Quello italiano richiama il colore del piumaggio del dorso, che ha riflessi bronzei tipici della livrea del Pavone. Il nome inglese Lapwing si rifà alle invece piroette – in inglese lapping – che il maschio esegue in aria durante la parata nuziale. Il nome latino Vanellus invece fa riferimento al suo grido d’allarme, che ricorda il rumore del grano quando ricade nel vaglio. Specie gregaria sia durante la nidificazione sia in periodo invernale – quando si raggruppa arrivando a formare stormi fino al migliaio di individui – la Pavoncella si associa spesso ad altre specie dalle esigenze ecologiche simili, come i pivieri dorati. Per alimentarsi arriva anche a seguire, senza timore, i trattori che lavorano i campi…

Stato di salute

Attualmente la Pavoncella viene classificata come vulnerabile nell’Unione europea, con stato di conservazione sfavorevole anche a livello continentale. Nel complesso si sono registrati un largo declino della popolazione nidificante e stabilità di quella svernante nell’Unione europea nel periodo 1970-1990, seguito, nel decennio successivo, da un ulteriore decremento della popolazione nidificante accompagnato però da un largo incremento di quella svernante.

La popolazione dell’Unione europea è stimata in 830.000-1.300.000 coppie, quella italiana in 1.700-1.900 coppie. Il 46-49% della popolazione continentale complessiva – stimata in 1.700.000-2.800.000 coppie, in declino – nidifica entro i territori dell’Europa “comunitaria”. Il contingente italiano non è significativo, in termini percentuali, a livello europeo, ma riveste un certo interesse a fini conservazionistici dato l’andamento positivo registrato su scala nazionale, a fronte di un quadro continentale non favorevole.

La popolazione “nazionale” di Pavoncella mostra infatti un aumento a partire dagli anni ’80, quando le stime non superavano le 700-1.000 coppie, la maggior parte delle quali concentrate in Piemonte. I casi di nidificazione, sporadici prima del 1950, sono incrementati nei due decenni successivi e, soprattutto, dalla fine degli anni ’60, periodo a cui è possibile far risalire l’inizio di una sensibile espansione territoriale e numerica che ha portato alla colonizzazione di gran parte dell’area padana.

Molto consistenti i flussi migratori attraverso l’Italia, Paese che ospita comunque consistenti contingenti svernanti. Vastissima anche l’area geografica di inanellamento degli individui segnalati in Italia, dalla Francia atlantica a ovest alla Russia centrale ad est, fino alle coste baltiche della Finlandia centrale. Particolarmente rappresentati sono Paesi quali Repubblica Ceca, Olanda, Germania e Ungheria. La massima parte delle ricatture si colloca su distanze abbastanza ridotte e comunque inferiori ai 1.000 km; pochissimi sono i casi – peraltro notevoli – di spostamenti superiori ai 4.000 km. Due sono le principali aree di origine degli uccelli segnalati in Italia, Europa centro-orientale e Olanda. Una vasta area che attraversa gran parte dell’Europa centro-orientale è comunque complessivamente interessata dalle rotte migratorie della Pavoncella verso l’Italia.

Ad oggi, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. La Pavoncella è inserita nell’allegato II/2 della Direttiva Uccelli e non è stata considerata nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).