CINCIARELLA
NOME SCIENTIFICO: Cyanistes caeruleusÈ un piccolo e grazioso uccello, ma soprattutto un campione di astuzia. La Cinciarella è conosciuta da tutti per l’esempio di strategia alimentare che ha saputo mettere in campo a partire dagli anni ’60 in Inghilterra, quando alcuni individui della specie impararono ad aprire a colpi di becco i tappi in alluminio delle tradizionali bottiglie del latte per berne il cremoso contenuto, riuscendo poi a trasmettere questa abilità all’intera popolazione. Ma non è tutto. Se le Cinciarelle sono disturbate mentre sono nel nido, non solo non si spaventano ma, per ingannare il predatore, emettono un sibilo simile a quello dei serpenti per intimorire l’aggressore…
Ordine: Passeriformes Famiglia: Paridae
La Cinciarella è lunga appena 10,5-12 cm e pesa intorno ai 12 grammi. La livrea è molto vivace, presentando per entrambi i sessi una colorazione blu cobalto sulla nuca, sulle ali e sulla coda; verdastra sul dorso, mostra una mascherina bianca, attraversata da una linea nera all’altezza degli occhi, e il petto giallo zolfo. Ha il becco nero a punta e zampe corte e robuste grigio-blu. Il giallo dei giovani è molto più vivace di quello degli individui adulti.
La specie è diffusa in tutta Europa, dalle Isole Canarie alla Scandinavia, passando per le propaggini del Nordafrica. Tendenzialmente sedentaria, può compiere migrazioni irregolari nelle porzioni più settentrionali dell’areale. In Italia è presente la sottospecie nominale P. c. caeruleus.
La specie mostra un comportamento particolarmente socievole, tant’è che spesso si possono osservare formazioni miste di cinciarelle e codibugnoli. Vive prevalentemente nei boschi collinari e pianeggianti, ma è anche un’assidua frequentatrice di frutteti e giardini, dove è possibile ammirarla nelle sue acrobazie tra i rami, alla ricerca di cibo. Evita invece il più possibile gli spazi aperti, per paura dei rapaci. Si nutre prevalentemente di insetti: sue prede preferite sono afidi, larve e ragni, ma anche piccoli invertebrati che trova sugli alberi. In inverno non disdegna comunque semi, bacche e frutta.
La Cinciarella è tra le specie più diffuse come nidificanti in Italia. Il periodo della riproduzione inizia a fine febbraio. Nidifica in qualsiasi cavità di alberi, ceppi, muri o nei nidi artificiali. Lo stesso nido è utilizzato anno dopo anno e costantemente protetto durante la cova. Tra aprile e maggio depone normalmente 7-10 uova, con guscio bianco screziato da punti scuri, covate per circa 15 giorni. I pulcini vengono poi accuditi da entrambi i genitori per altri 15-20 giorni.
La Cinciarella è una specie ben studiata per quanto riguarda distribuzione, ecologia, biologia riproduttiva e principali parametri demografici. Le più alte densità a livello europeo sono state riscontrate in corrispondenza di boschi di querce, dove può raggiungere valori anche di 12-17 coppie per 10 ettari.
Sulla base dei dati disponibili, si propone come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) a scala locale una densità riproduttiva in habitat ottimale – bosco maturo o parco patrizio con alberi ricchi di cavità naturali – di 10 coppie per 10 ettari. In ambienti boschivi non ottimali può invece essere considerata idonea una densità di 3 coppie per 10 ettari. Non vi sono invece elementi sufficienti per definire un valore ottimale a scala di comprensorio.
Indagini di medio-lungo periodo in Lombardia e in Umbria hanno segnalato incrementi. L’areale è in espansione in Sicilia. Sono da considerarsi positivi per la specie interventi di selvicoltura naturalistica che portino alla conversione da ceduo a fustaia matura e al mantenimento di una certa percentuale di alberi stramaturi. L’utilizzo di nidi artificiali può favorire l’estensione dell’areale in zone meno congeniali.
Confortanti anche i dati sul successo riproduttivo, che raggiunge il 90% in provincia di Parma, mentre nella Riserva naturale del Lago di Vico, nel Lazio, il successo d’involo va da 4,2 a 5,4 giovani involati per nido, con percentuali superiori al 96%. Solo condizioni climatiche particolarmente avverse (come evidenziato nella Riserva naturale Monte Rufeno) possono ridurre drasticamente (anche sotto il 40%) il successo riproduttivo.
Nei boschi le principali minacce sono costituite da disboscamento, taglio di vecchie piante, ceduazione dei boschi, ‘ripulitura’ del bosco da alberi e tronchi secchi o marcescenti. Essenzialmente legata alla presenza di cavità entro le quali nidificare, la specie potrebbe quindi beneficiare di interventi volti alla tutela di formazioni boschive mature, con alberi di grandi dimensioni e marcescenti (in particolare vecchi esemplari di querce e castagni da frutto), oltre che di interventi di messa a dimora di nuovi boschi di querce in ambito planiziale.
Da rilevare poi come in Italia il successo riproduttivo sia risultato notevolmente inferiore in presenza di condizioni climatiche avverse e fortemente influenzato dalla predazione. In Inghilterra è stata verificata la predazione al nido da parte di Donnola, Scoiattolo, altri roditori, Picchio rosso maggiore, mentre in alcuni nidi si è installata la Passera mattugia. In Italia è stata verificata la predazione di uova e nidiacei anche da parte di serpenti. La mortalità dei pulcini dipende inoltre dalla durata delle precipitazioni e da improvvisi cali delle temperature.
In base ai dati raccolti su scala biogeografica, è stato inoltre evidenziato come la specie possa risentire positivamente dell’espansione del bosco a discapito delle aree agricole – ad esempio in aree collinari in provincia di Novara e Biella – mentre sulla popolazione lombarda si cominciano a vedere gli effetti positivi della diminuzione dello sfruttamento dei boschi, andata di pari passo con il miglioramento delle tecniche di gestione forestale. Anche nell’Italia centro-meridionale – dalla Toscana alla Sicilia – i dati raccolti evidenziano un quadro orientato alla stabilità o al moderato incremento.
Lo stato di conservazione della specie viene valutato come favorevole sia a livello continentale sia entro i confini dell’Unione europea. Stabile nel periodo 1970-1990 e nel decennio 1990-2000 – benché abbia dato segnali di declino in Francia e Svezia – la popolazione nidificante nell’Ue è attualmente stimata in 15.000.000-35.000.000 di coppie, pari a circa tre quarti (75-80%) della popolazione europea complessiva e a una frazione compresa tra il 25 e il 49% della popolazione globale della specie.
Pure se ampiamente diffusa nel nostro Paese, la popolazione nidificante italiana rappresenta una percentuale poco significativa (<1%) della popolazione dell’Unione europea e della popolazione continentale complessiva. È ben distribuita sull’intera Penisola, comprese le isole maggiori, con areale che mostra discontinuità solo nei settori orientali della Pianura Padana, lungo le coste del basso Adriatico, nei settori alpini centrale e orientale e in Calabria.
La Cinciarella è specie tipicamente legata agli ambienti boschivi d’alto fusto con alberi maturi, che garantiscono la presenza di cavità adatte alla nidificazione. Evita le quote particolarmente elevate ed è assente – in Italia – da tutte le piccole isole. Nei boschi di conifere la sua densità è notevolmente più bassa. I dati sugli inanellamenti – risultato di oltre 20 anni di attività – restituiscono una media crescente, dai 460 individui marcati negli anni ’80 ai 2.000 soggetti degli ultimi anni, per un totale di oltre 26.000 individui marcati. Gli uccelli segnalati in Italia sono stati inanellati in una vasta area posta a nord dell’arco alpino, con una forte prevalenza di siti francesi, quindi svizzeri e tedeschi, con spostamenti nell’ordine dei 200-300 km.
La Cinciarella è non è considerata nella Lista Rossa Nazionale. È specie non cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).
Ampiamente diffusa nel nostro Paese – isole maggiori comprese – la Cinciarella gode di uno stato di salute favorevole e la popolazione risulta stabile o in locale incremento. In generale, la specie sta beneficiando del ritorno del bosco in molte aree agricole di montagna e collina in precedenza coltivate, ed è inoltre favorita dalla diminuzione dello sfruttamento dei boschi e dalla messa in atto di adeguate strategie di gestione forestale che salvaguardino una certa percentuale di alberi maturi e/o marcescenti.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | Stabile, locale incremento | Favorevole |
Popolazione | Stabile, soggetta a fluttuazioni, locale incremento | Favorevole |
Habitat della specie | In incremento | Favorevole |
Complessivo | Favorevole |
*Variazione della popolazione negli anni
La Cinciarella, simile per molti aspetti alla cugina “maggiore” Cinciallegra, emette, rispetto a quest’ultima, richiami tendenzialmente più acuti e striduli, con una serie di “sisisi” “zizizi” che ricordano il verso del Regolo e del Codibugnolo. Il richiamo, emesso dalla fine dell’inverno alla tarda primavera, è comunque difficile da confondere, essendo molto articolato e variabile tra un vivace “tee, tee, tee” e un rimbrottante “churr”.