

CINCIARELLA
NOME SCIENTIFICO: Cyanistes caeruleus
È un piccolo e grazioso uccello, ma soprattutto un campione di astuzia. La Cinciarella è conosciuta da tutti per l’esempio di strategia alimentare che ha saputo mettere in campo a partire dagli anni ’60 in Inghilterra, quando alcuni individui della specie impararono ad aprire a colpi di becco i tappi in alluminio delle tradizionali bottiglie del latte per berne il cremoso contenuto, riuscendo poi a trasmettere questa abilità all’intera popolazione. Ma non è tutto. Se le Cinciarelle sono disturbate mentre sono nel nido, non solo non si spaventano ma, per ingannare il predatore, emettono un sibilo simile a quello dei serpenti per intimorire l’aggressore…
Minacce
Nei boschi le principali minacce sono costituite da disboscamento, taglio di vecchie piante, ceduazione dei boschi, ‘ripulitura’ del bosco da alberi e tronchi secchi o marcescenti. Essenzialmente legata alla presenza di cavità entro le quali nidificare, la specie potrebbe quindi beneficiare di interventi volti alla tutela di formazioni boschive mature, con alberi di grandi dimensioni e marcescenti (in particolare vecchi esemplari di querce e castagni da frutto), oltre che di interventi di messa a dimora di nuovi boschi di querce in ambito planiziale.
Da rilevare poi come in Italia il successo riproduttivo sia risultato notevolmente inferiore in presenza di condizioni climatiche avverse e fortemente influenzato dalla predazione. In Inghilterra è stata verificata la predazione al nido da parte di Donnola, Scoiattolo, altri roditori, Picchio rosso maggiore, mentre in alcuni nidi si è installata la Passera mattugia. In Italia è stata verificata la predazione di uova e nidiacei anche da parte di serpenti. La mortalità dei pulcini dipende inoltre dalla durata delle precipitazioni e da improvvisi cali delle temperature.
In base ai dati raccolti su scala biogeografica, è stato inoltre evidenziato come la specie possa risentire positivamente dell’espansione del bosco a discapito delle aree agricole – ad esempio in aree collinari in provincia di Novara e Biella – mentre sulla popolazione lombarda si cominciano a vedere gli effetti positivi della diminuzione dello sfruttamento dei boschi, andata di pari passo con il miglioramento delle tecniche di gestione forestale. Anche nell’Italia centro-meridionale – dalla Toscana alla Sicilia – i dati raccolti evidenziano un quadro orientato alla stabilità o al moderato incremento.