CIVETTA CAPOGROSSO - Uccelli da proteggere

Vai ai contenuti principali
Uccelli da proteggere
 
Home | Le specie | Gli uccelli in... | Le specie protette | CIVETTA CAPOGROSSO
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliCIVETTA CAPOGROSSO

NOME SCIENTIFICO: Aegolius funereus
 

Il punto di forza di questo rapace è sicuramente l’udito. La stessa particolare conformazione del cranio consente infatti a questo uccello di individuare immediatamente la posizione da cui provengono le fonti sonore. Risultato, la possibilità di catturare facilmente le prede anche in assenza totale di luce. Piuttosto confidente con l’uomo, teme invece i predatori arboricoli, tra cui la Martora…

Prospettive

Una gestione forestale attenta alla conservazione delle piante più vecchie e con cavità potrebbe favorire la Civetta capogrosso. Questo fattore, unito all’incremento della popolazione di Picchio nero – che ha favorito di per sé la stabilità delle popolazioni – potrebbe innescare un circolo virtuoso sia in termini di espansione della popolazione sia rispetto all’estensione dell’areale distributivo.

Poco studiata in Italia – dove non esistono parametri sufficienti in grado di determinare il trend generale di popolazione – la specie è meglio conosciuta in altri Paesi d’Europa, dove negli anni più favorevoli – per esempio in Svezia – si sono riscontrate densità fino a 1,5 nidi per km quadrato. Per l’Italia, gli unici studi sistematici sono stati condotti in Trentino, anche se sono disponibili alcuni dati generali sulla densità, che nel nostro Paese varia tra 0,23 e 1,6 maschi cantori per km quadrato.

Le densità più elevate si riscontrano in Trentino (1,14 coppie per km quadrato), in Val Lesina (1,5 coppie per km quadrato) e nella Foresta del Cansiglio (1,12 coppie con “massimo virtuale” di 1,6). Densità così elevate portano a considerare queste zone come aree “sicuramente idonee alla specie”. Pertanto, è possibile adottare il limite di 1,5 coppie per km quadrato quale Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie su scala di comprensorio.

Relativamente buono, lo stato di conservazione generale della specie andrebbe favorito ulteriormente consolidando le popolazioni soprattutto in quelle aree dove la presenza della Civetta capogrosso appare più irregolare e sporadica. Un obiettivo raggiungibile attraverso una gestione forestale più attenta alle esigenze ecologiche di questa specie..