CUCULO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCUCULO

NOME SCIENTIFICO: Cuculus canorus
 

La specie è ben nota per la peculiare abitudine di essere “parassita” di nidi altrui – soprattutto di capinere, forapaglie comuni, cannaiole comuni, ballerine ed averle – ove una femmina di Cuculo può deporre, complessivamente, anche fino a 15-20 uova ogni stagione: i giovani cuculi nascono contemporaneamente, o addirittura prima dei compagni di nido e, per istinto, spingono fuori dal nido le uova o la prole dei genitori adottivi, sbarazzandosi in tal modo dei concorrenti e rimanendo unici “padroni” del nido. I nuovi genitori continueranno a nutrirli lo stesso, guidati dall’istinto naturale. Diffusa è anche, in modo particolare nelle campagne, la leggenda per cui il Cuculo – che prende il nome dal peculiare richiamo ben udibile a distanza – sia anche una specie particolarmente longeva…

Minacce

L’areale storico di nidificazione della specie in Italia era con tutta probabilità più esteso, data la maggiore disponibilità, in passato, di habitat idonei. Pur essendo una specie particolarmente adattabile, infatti, il Cuculo in genere evita ambienti rurali con monocolture intensive, formazioni boschive troppo chiuse o aree eccessivamente urbanizzate. Densità molto più elevate si registrano invece in zone umide con vasti canneti e – naturalmente – nelle aree che vedono una elevata presenza delle specie parassitate.

Ad oggi, i principali fattori negativi per la conservazione del Cuculo sono rappresentati dalla distruzione e trasformazione degli habitat riproduttivi delle specie parassitate e dalla diminuzione, per queste ultime, delle risorse alimentari disponibili. Negativi per la specie sono anche l’uso di pesticidi e le uccisioni illegali, che spesso si verificano in primavera.

A livello biogeografico, sono diverse le porzioni di territorio italiano dove sono stati registrati decrementi significativi della specie, nel corso degli anni ’90: ad esempio in Lombardia, dove la media registrata tra il 1992 e il 2007 – pari a 8.000 coppie – nasconde in realtà una netta diminuzione verificatasi tra il 1996 e il 1998; decrementi significativi sono stati registrati anche in Alto Adige e in Toscana, ove però la specie appare stabile dopo il 2000. Altrove si registrano situazioni di stabilità o anche, in Sicilia, un’espansione significativa dei siti di presenza.

Scarsi risultano i dati disponibili sul successo riproduttivo. Nei canneti del Lago di Massaciuccoli, in Toscana, nel periodo 1992-2005, il successo di schiusa è stato del 63,6% e quello riproduttivo complessivo di poco superiore al 56%. A livello europeo si registra, sul totale delle uova deposte, un tasso d’involo compreso tra il 22 e il 66%, in Gran Bretagna, e del 30% in Germania. In Francia, sul totale dei nidi parassitati dal Cuculo, il tasso di involo raggiunge il 28%.

In generale, si rileva un’elevata mortalità dei giovani nel periodo che intercorre tra l’abbandono del nido e la loro completa autosufficienza: questo a causa del loro insistente richiamo, che attira facilmente i predatori. Inoltre, in caso di maltempo persistente dopo l’abbandono del nido, la carenza di insetti può determinarne la morte per alimentazione inadeguata. Ad influenzare la consistenza delle popolazioni possono essere anche le condizioni riscontrate nei quartieri africani di svernamento, la cui esatta distribuzione non è però ancora sufficientemente conosciuta.