CUCULO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCUCULO

NOME SCIENTIFICO: Cuculus canorus
 

La specie è ben nota per la peculiare abitudine di essere “parassita” di nidi altrui – soprattutto di capinere, forapaglie comuni, cannaiole comuni, ballerine ed averle – ove una femmina di Cuculo può deporre, complessivamente, anche fino a 15-20 uova ogni stagione: i giovani cuculi nascono contemporaneamente, o addirittura prima dei compagni di nido e, per istinto, spingono fuori dal nido le uova o la prole dei genitori adottivi, sbarazzandosi in tal modo dei concorrenti e rimanendo unici “padroni” del nido. I nuovi genitori continueranno a nutrirli lo stesso, guidati dall’istinto naturale. Diffusa è anche, in modo particolare nelle campagne, la leggenda per cui il Cuculo – che prende il nome dal peculiare richiamo ben udibile a distanza – sia anche una specie particolarmente longeva…

Prospettive

Una delle difficoltà che si riscontra nella raccolta di informazioni sulla specie appare legata alla difficoltà nel reperire i nidi parassitati. In generale, i dati disponibili sul Cuculo nel nostro Paese si presentano per lo più puntiformi e spesso relativi a situazioni locali.

Peraltro, i valori di densità in Italia variano molto a seconda delle diverse tipologie di ambienti idonei, che sono assai numerose trattandosi di specie pressoché ubiquitaria. Un ulteriore fattore di difficoltà è rappresentato dal fatto che la variabile “coppie” che viene prevalentemente fornita nelle indicazioni di densità rilevate si riferisce in realtà al numero di maschi cantori, mentre risulterebbero più importanti i valori di densità delle femmine, trattandosi di specie il cui sistema riproduttivo – pur non ben conosciuto – sembrerebbe basato sulla promiscuità (femmine che si accoppiano con vari maschi nel periodo della deposizione).

A fronte di tali evidenze, non risulta ad oggi possibile definire un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie. A titolo indicativo, è tuttavia utile prendere a riferimento alcuni valori di densità riscontrati in varie tipologie ambientali: 0,06-0,12 coppie per kmq in ambienti forestali igrofili, 1-2 coppie per kmq in ambienti coltivati, 3 in ambienti forestali mediterranei e fino a 4 in ambienti umidi a canneto.

La conservazione della specie in Italia deve quindi basarsi sul mantenimento e il ripristino degli habitat idonei alla nidificazione e all’alimentazione delle specie ospiti, soprattutto canneti e zone umide e ambienti agricoli coltivati in modo non intensivo. La riduzione dell’uso di erbicidi in ambiente agricolo durante il periodo riproduttivo può rappresentare un ulteriore elemento favorevole alla specie. Le popolazioni dovrebbero poi essere oggetto di regolare monitoraggio, al fine di verificare i trend di medio periodo e trarne quindi ulteriori indicazioni per la conservazione.